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Intercettazioni, stop dell'Onu Frattini: sorpreso e sconcertato

• da Il Messaggero del 14 luglio 2010

di Nino Bartoloni Meli

Ironizzavano ovviamente, ma non sono andati molto lontano, quanti hanno parlato di «Pdl che dichiara guerra all'Onu» a proposito delle intercettazioni. Che cosa è accaduto? È successo che a sorpresa dal Palazzo di vetro un alto funzionario dell'Onu ha bacchettato pesantemente l'Italia e quindi il governo italiano per il ddl sulle intercettazioni perché, ove mai passasse, «minerebbe pesantemente la libertà di espressione in Italia», per poi intimare «il provvedimento va abolito o modificato». Autore della pesante reprimenda internazionale è Frank Le Rue, esperto per i diritti umani al Palazzo di vetro, uno che «presta servizio senza alcun pagamento», ha precisato poco dopo una nota delle Nazioni unite, visto il vespaio che aveva suscitato. A pronunciare l'ukase internazionale sarebbe stato un tizio di passaggio al Palazzo di Vetro? Mah, il fatto che a dargli sulla voce sia stato il ministro degli Esteri in persona, Franco Frattini, seguito da vari esponenti della maggioranza, ha fatto assurgere la vicenda a crisi (o gaffe) internazionale. «Fortemente sorpreso e sconcertato» si è detto Frattini, che ha poi ricordato che in un Paese libero il Parlamento è sovrano, e comunque all'Onu «Si leggessero meglio le carte» prima di dare giudizi e di «interferire su provvedimenti in itinere». Contro il funzionario per i diritti civili si pronunciano in tanti del Pdl, da Consolo alla Boniver, ma chi fa più maretta è Capezzone, portavoce del partito, che invitando l'Onu a «occuparsi di dittature» si becca un «appunto» da Vita del Pd e dal Pdci che si sono visti alzare la palla. Incidente diplomatico a parte, sulle intercettazioni è in pieno svolgimento alla Camera la battaglia degli emendamenti. Sono 600 le proposte di modifica presentate in commissione Giustizia, e la hit parade interna vede il Pd in testa con 400 emendamenti, 150 di Idv, mentre dalla maggioranza ce ne sono 6 di Pdl e Lega e 5 di Giulia Bongiorno, la presidente della commissione nonché finiana, che ha definito «apprezzabili» le modifiche del Pdl. Tra le proposte, quella di limitare le multe per gli editori (ma tra una sanzione e l'altra si arriverebbe anche a 450 mila euro), mentre le sanzioni scatterebbero nel caso il divieto di pubblicazione sia stato infranto per intercettazioni destinate al macero. Per gli editori si tratta di palliativi, si è ben lungi dall'aver risolto il problema. Sul piede di guerra rimangono anche i giornalisti, con la Fnsi che organizza mobilitazioni come quella di domani con la redazione de Il Manifesto che lavorerà per protesta in piazza Montecitorio. «Il Pd è pronto a votare gli emendamenti della Bongiorno», aveva annunciato il capogruppo Dario Franceschini, ma poco dopo è arrivato il disco rosso, «sono acqua fresca, invotabili». Stessa posizione dall'Idv. «E stata violata la privacy di tanti 'ndranghetisti», ha ironizzato il procuratore antimafia Pietro Grasso dopo il blitz che ha portato alla cattura di 300 malavitosi, sottolineando l'impatto (negativo) che il ddl avrebbe su indagini e lotta alla mafia. La battaglia è solo all'inizio, ma Silvio Berlusconi avverte tutta la maggioranza: «E una legge doverosa».



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