Â
A volte era la "P3", di propria iniziativa, a preoccuparsi di lui. Altre volte era il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ad attivare la rete occulta con un ruolo di vero e proprio mandante. Il tramite tra Formigoni e l'associazione segreta svelata dall'inchiesta della procura di Roma, era sempre uno, l'imprenditore Arcangelo Martino. Gli altri componenti sono il giudice tributarista Pasquale Lombardi e l'ex piduista Flavio Carboni, tutti ora agli arresti. È comunque Martino il terminale delle richieste di Formigoni ed è sempre lui che si fa avanti quando capisce che il governatore lombardo ha bisogno di qualche «piccolo aiutino». Tra dicembre 2009 e marzo 2010 sono almeno tre le vicende intercettate: il quadro emerge da un rapporto degli investigatori depositato alla procura romana che indaga sulla presunta loggia segreta. Un convincimento che spinge i carabinieri a sostenere come «il gruppo occulto», abbia chiesto al presidente della Corte d'appello milanese, Alfonso Marra, «peraltro dietro mandato del presidente Formigoni, di porre in essere un intervento nell'ambito della nota vicenda dell'esclusione della lista "Per la Lombardia"».
LA VICENDA si riferisce a una inchiesta del pool reati ambientali, coordinata dal procuratore aggiunto Nicola Cerrato. L'aria milanese è risultata inquinata più giorni di quelli consentiti per legge, Formigoni avrebbe dovuto agire, insieme con il sindaco Letizia Moratti e con il presidente della Provincia (Penati prima e Podestà dopo).La procura chiede l'archiviazione del fascicolo, ma il giudice Marina Zelante, su esposto dei consumatori, impone ulteriori indagini per capire cosa le autorità abbiano fatto.
LA QUESTIONE SMOG È il primo di dicembre quando esce la notizia e Lombardi si muove per contattare Cerrato. Martino, invece, avvisa Formigoni che la macchina è partita. Martino: «Penso sia il caso di venire a prendere un caffè, se me lo offri». Formigoni: «Ma quando vuoi, come vuoi per il resto noto che qualcuno ha pisciato fuori dal vaso». Martino: «Eh beh, qualche fetente si trova sempre sulla strada». Formigoni: «Non credo valga la pena di un viaggio speciale, dimmi tu però?». Martino: «No, beh ma io penso che tra qualche giorno sarò su». Formigoni: «Quando vuoi... Il 6 dicembre Lombardi chiama Cerrato. Lombardi: «Don Nicola buongiorno sono Pasqualino augurissimi». Cerrato: «Pasquali... Pasqualino chi, scusa?». Lombardi: «Lombardi». Cerrato: «Uhe Pasquà eh tu per me sei Pasqualone». Prima di chiudere la conversazione Lombardi rassicura Cerrato di aver ricordato a tale Giacomino (Caliendo, ndr) una cosa di suo interesse. Cerrato ringrazia. Il 12 dicembre, Lombardi propone anche un incarico per il figlio di Cerrato, noto tributarista: «Nicò io sto il 17 a Milano, volevo parlare anche per tuo figlio, per vedere se gli posso far dare un arbitrato». Cerrato, sostenendo che il figlio è già impegnatissimo, risponde: «Vabbè poi ne parliamo non ti preoccupare». Più volte nel corso delle telefonate, Cerrato chiede a Lombardi se il suo telefono è sicuro: «Spero che il tuo (ride) telefono sia tranquillo». E in più riprese Lombardi e Cerrato fanno riferimento a un incarico offerto dal primo al secondo durante gli incontri a tu per tu. Il 15 febbraio, il numero due della procura milanese chiede al suo interlocutore di cambiare utenza telefonica, suggerendo di chiamarlo al telefono di casa. Cerrato, con una nota, ieri ha respinto ogni sospetto. «Il geometra Lombardi ha tentato di accreditarsi nei miei confronti manifestando in via ipotetica di affidare un incarico professionale a mio figlio. Declinai con cortese fermezza entrambe le proposte».
LE ELEZIONI LOMBARDE È il primo marzo, la lista Formigoni viene esclusa dalle elezioni dalla Corte d'Appello di Milano. Formigoni alza il telefono, chiama Martino. Willy (segretario di Formigoni): «Avvocato buongiorno le passerei il presidente». Formigoni: «Pronto». Martino: «Eccomi sugli attenti». Formigoni: «Ciao, senti volevo segnalarti che, in questo momento la commissione elettorale ci ha escluso... c'è un contenzioso in corso, in quanto hanno annullato oltre500firme». Formigoni lo informa che presenterà ricorso e Martino ne chiede una copia. La "P3" si mette in moto. Lombardi chiama Pasquale Marra, insediatosi proprio quel giorno come presidente della Corte d'Appello e gli chiede se lui stia seguendo la vicenda. Marra: «No, no, non sto seguendo, onestamente non ne so niente». Lombardi lo esorta ad occuparsene: «E vedi un po' sta situazione, io per questo vengo domani mattina su Roma, su Milano». I due si danno appuntamento per le 11 del giorno successivo in ufficio da Marra. Formigoni, però, teme che le cose non vadano bene: «Quelli che esaminano il ricorso sono gli stessi che oggi hanno giudicato... quindi domani dovrebbero dare torto a se stessi».Allora ecco la soluzione: Formigoni chiede a Martino l'intervento di Lombardi: «Ma l'amico, l'amico, Lo, Lombardo, Lombardo lì. Lombardi è in grado di agire?» Martino: «Sì, sì, ha già fatto qualche passaggio». La "P3" non centra l'obiettivo, la Corte d'Appello il3 marzo esclude le liste. Martino va su tutte le furie con Lombardi per la figura fatta con il governatore: «Fofò... Pasquale... Nicola... noi non contiamo un cazzo!». Lombardi, invece, è tranquillo perché sa che la vicenda si risolverà al Consiglio di Stato (come poi avviene).
GLI ISPETTORI Intanto parte una soluzione alternativa, Martino si attiva su man dato di Formigoni e contatta Arcibaldo Miller, capo degli Ispettori presso il Ministero di Giustizia. Miller dice come fare un esposto per brogli, il dottor Paolo Alli della Regione lo confeziona e a gestire i passaggi del documento ci pensa Martino. I110 marzo, Formigoni chiede un aggiornamento: «No volevo capire se nonostante la neve .. ci saranno degli spostamenti verso il nord». Martino non capisce e il presidente cerca di essere più chiaro: «No ma io pensavo non a te che hai mille cose da fare ma se ci saranno altri visitatori ... secondo te ci saranno altre visite nonostante l'inverno?» Martino conferma: «Ci saranno». Formigoni: «Sarebbe molto importante che avvenisse perché sai ... al ventotto .. le visite sarebbe bene che avvenissero prima». Il 28 è il giorno delle elezioni. Ieri sera la replica di Formigoni, affidata a un portavoce: quanto emerso è «completamente falso e infondato».