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Amnistia e Indulto, Testa: unica soluzione a gravissima situazione di carceri e tribunali

19 luglio 2010

Dichiarazione di Irene Testa, Segretario dell'Associazione Radicale Il Detenuto Ignoto

 
Bene la richiesta bipartisan della deputata radicale Bernardini e del senatore del Pdl Luigi Compagna per un provvedimento immediato di amnistia e indulto. Non è certo una novità che lo stato della giustizia nel nostro Paese vada urgentemente e improrogabilmente riformato, è un dato di fatto innegabile, perché non può esistere né senso né azione di giustizia finché vige un blocco di quasi 11 milioni di processi civili e penali che attanagliano il sistema, e che determinano la trasformazione di fatto della supposta obbligatorietà dell’azione penale in arbitrarietà. In questo dilemma, che irrisolto va sempre più incancrenendo, ciò che si registra da parte da parte della maggioranza della politica di una e dell’altra parte è ancora una volta il non saper venir fuori dal pantano della schermaglia e delle rivendicazioni, così che, se da una parte si cerca di impugnare la questione giustizia per avere facile gioco nel garantire impunità a chi evidentemente ritiene utile approfittarne, dall’altra, all’unisono con i detentori della casta giudiziaria, si grida all’amnistia mascherata.
Mentre la soluzione più naturale, dalle origini della Repubblica, è quella che appartiene a tutti i cittadini, in quanto consegnataci direttamente dalla nostra Costituzione, e proprio per questo, in ogni caso, in ogni tempo, è sistematicamente tradita e sequestrata ai cittadini a uso e vantaggio di una partitocrazia sempre più consolidata.
Diritto di ogni cittadino, in una repubblica costituzionale il cui sistema giustizia cessa sempre più di rispondere alla sua funzione, è invece vedere le istituzioni rivolgersi alle fonti vitali e fondanti del diritto costituzionale, non a sovrastrutture oscure e inficiate da vera o presunta malafede, e vedere gli organi preposti confrontarsi sulla praticabilità dei mezzi che queste fonti ci danno, prima di arrampicarsi sugli specchi fumosi e inaffidabili di ogni successivo artificio di legge, oppure all’ingiustizia di prescrizioni sempre più brevi e discriminatorie.
E’ sintomatico della corruzione di una partitocrazia, risultato di un’involuzione subdola e letale della democrazia, che questo confronto invece tuttora latiti e al cittadino, da troppo tempo nel mezzo di una crisi della giustizia che permea anche inconsapevolmente ogni aspetto della vita civile, viene negato di vedere il proprio Parlamento discutere e votare secondo i regolamenti, alla luce del sole, quel provvedimento di amnistia che - non a caso - fa parte del nostro ordinamento.


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