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In questi giorni leggo sulla stampa le prese di posizione forti del premier Berlusconi a sostegno dei garantismo, dell'innocenza dei sottosegretario Casentino, della «giustizia politica» di alcuni Pm, dell'intervento sempre più forte dei potere giudiziario su quello politico, in sintesi contro il giacobinismo. Riflessioni importanti che meritano una discussione approfondita bipartisan, senza preclusioni. La vera cultura garantista è la base della democrazia e dello stato di diritto, non è semplice affermarla ma vanno intraprese iniziative e battaglie in tal senso. II problema vero, però, è quello che il garantismo non può essere alzato a vessillo solo quando le inchieste giudiziarie coinvolgono il ceto politico, va fatto sempre. Su questo è emblematico che non abbia mai avuto risposta da parte del Premier come di molti parlamentari Pdl alle mie ripetute richieste (tramite lettere) di appoggiare il ddl dei radicali-Pd, prima firmataria on. Rita Bemardini e di quello presentato dall'on. Pierluigi Mantini, Udc, su l'introduzione della retroattività nel risarcimento per ingiusta detenzione. L'Italia è uno dei pochi paesi in Europa che non risarcisce tutti coloro sono stati in carcere ingiustamente, Questo diritto è garantito solo dopo il 1989, con l'entrata in vigore della legge per la riparazione da ingiusta detenzione, prima non è possibile. Per ribaltare questa situazione di evidente aniticostituzionalità sono stati presentati i disegni di legge citati precedentemente, ma non trovano mai la via per essere calendarizzati e discussi. Una persona che si professa garantista dovrebbe immediatamente impegnarsi in tal senso, invece mai un'attenzione, allora penso seriamente che per alcuni il garantismo va rivendicato e applicato solo per alcuni settori della società e per il ceto politico. lo seguiterò nella mia battaglia solitaria per avere il risarcimento, dopo sei anni di carcere ingiusto e in qualità di responsabile provinciale del dipartimento diritti e garanzie del Pd, ho sempre intrapreso le battaglie garantiste sia per il povero cristo che per il ceto politico e di questo ne sono orgoglioso.