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Il Tar della Lombardia ha appena annullato la delibera comunale del dicembre 2009 che concedeva l'esenzione dal pagamento del ticket Ecopass ai veicoli diesel delle classi comprese tra euro 0 e euro 3 con filtri antiparticolato montati dopo l'acquisto; poche settimane fa venivano proposti cinque referendum per risolvere alcuni degli annosi problemi di Milano. I due fatti hanno entrambi in comune il merito di riaprire il dibattito e obbligare la politica a fare, volente o nolente, delle scelte. Sono trascorsi 25 anni dal maggio del 1985, quando i1 70% dei milanesi votò a favore della chiusura al traffico della cerchia dei Navigli. Il referendum, fortemente voluto dall'allora sindaco Carlo Tognoli, fu votato in concomitanza alle elezioni amministrative, e fu un successo al di là di qualsiasi aspettativa. La chiusura del centro storico si diluì poi progressivamente tra deroghe e permessi e fu poi definitivamente abolita dalla giunta Formentini nel luglio del 1994. Sono passati già 10 anni da quando Guido Vergavi scriveva su queste pagine: «Si ripristini la chiusura e si chiamino i cittadini a votare sul suo allargamento alla cerchia dei Bastioni spagnoli. Palazzo Marino lo faccia prima che una raccolta di firme, organizzata da un giornale o da un movimento d'opinione, non lo obblighi a riflettere sulla scarsa democrazia di quel calpestare i risultati di un referendum popolare». I problemi, oggi, sono gli stessi di allora: traffico, inquinamento, vivibilità della città . I cinque referendum proposti recentemente dal verde Fedrighini, dall'ex assessore della giunta Moratti, Croci, e dal radicale Cappato sono ambiziosi e forse perfino provocatori nella loro propositività : dimezzare traffico e smog attraverso l'estensione di Ecopass, la pedonalizzazione di vaste zone del centro e il potenziamento dei mezzi pubblici; raddoppiare il verde pubblico e il numero di alberi; imporre regole più rigide contro l'inquinamento degli impianti di riscaldamento non ecologici; risistemare la Darsena come porto di Milano; infine conservare, anche dopo il 2015, il parco agroalimentare che verrà realizzato per l'Expo. I referendum avranno successo? Non lo sappiamo ma, se raccoglieranno le 15 mila firme necessarie; obiettivo facilmente raggiungibile, avranno già ottenuto un risultato: obbligheranno la giunta a uno scatto politico per uscire dall'angolo del ring dove si ritrova ormai chiusa anche per sua stessa colpa. Alcuni temi referendari sembrano incontrare la sensibilità dei milanesi, è il caso del raddoppiamento del numero di alberi in città : solo la settimana scorsa il sondaggio effettuato da Ispo per il nostro giornale registrava 92% di intervistati favorevoli a questa ipotesi. I nostri concittadini sono stufi di dover subire una città che amano ma che non rispetta la loro salute e le loro esigenze, il desiderio di farsi sentire e di intervenire è palpabile. Basti pensare al successo dell'iniziativa «Manifesto per Milano» lanciata da queste pagine, e di serate come quella organizzata un mese fa dai comitati cittadini al teatro Puccini, alla quale partecipò con intelligente sensibilità all'ascolto anche il sindaco Moratti. È bene che la politica ne tenga conto e cerchi con coraggio, almeno stavolta, soluzioni concrete.