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int. a A. Biliatski - "La dittatura cresce giorno dopo giorno"

• da Il Fatto Quotidiano del 20 luglio 2010

di Ferruccio Sansa

 

C'è un paese ai confini dell'Unione europea dove nel cuore della notte ti vengono a prendere, ti caricano su un furgone e ti riempiono di botte. Dove ti arrestano, una, due, dieci volte, solo perché hai espresso le tue idee". Ales Bialiatski ha una camicia a quadrettoni, lo sguardo insieme incuriosito e un po' spaesato di tanti immigrati dell'Est che camminano per le nostre strade. E invece è un candidato al premio Nobel, un dissidente bielorusso noto nel mondo che ha deciso di dedicare la propria vita alla difesa dei diritti umani. In questi giorni è in Italia per partecipare a "Genova, città dei diritti", settimana di manifestazioni organizzata dal Comune e da Nando dalla Chiesa.
Ma davvero esistono ancora dissidenti politici nella "civilissima" Europa, a due passi da casa nostra? Purtroppo sì. Il nostro grande problema è che quasi nessuno lo sa. In Bielorussia dopo la Perestroika di Gorbaciov noi abbiamo respirato per 4 anni la libertà. Mi ricordo... facevo l'università, un giorno salii su un palco e feci un comizio, mi sembrava un sogno. Poi, però, tutto è finito: dal 1996 è arrivato Lukashenko ed è tornata la dittatura.
Lukashenko, il leader che ha rapporti anche ottimi con i governi europei? Proprio lui. Tra pochi mesi si terranno le elezioni, ma si sa già come finirà: vincerà ancora lui. Non esiste neanche un candidato dell'opposizione. Sembra di essere tornati agli anni del Comunismo. In Bielorussia la libertà non esiste: basta esprimere un'opinione contraria al regime che di notte ti vengono a prendere, ti caricano su un furgone, ti riempiono di botte e poi ti scaricano in mezzo a una strada. Appena osi manifestare il tuo dissenso rischi di perdere il lavoro. Oppure ti ritrovi denunciato per reati che non hai mai commesso: ti processano perché hai bestemmiato per strada, perché non hai buttato via i rifiuti. E ti arrestano; basta niente per finire in carcere.
Così la popolazione alla fine è stata piegata, messa a tacere. A lei cosa è successo? (Bialiatski socchiude gli occhi, cerca di ricordare, conta con le dita) Sono stato arrestato una ventina di volte, ma in fondo mi è andata bene, altre persone sono state torturate. Ho perso il lavoro. Ero direttore della biblioteca della mia città, ma dopo che ho parlato a un comizio mi hanno detto che dovevo scegliere: fare politica oppure lavorare. Mi sono ritrovato a spasso, perché il mio impegno non volevo lasciarlo.
Ma la stampa... internet; non esiste più nemmeno la libertà di informazione? Il 95% dei giornali sono legati al governo e gli altri fanno una vita d'inferno. Resta internet, ma hanno appena introdotto una legge che permette al governo di oscurare i siti ritenuti estremistici. Rischiamo di restare isolati dal mondo, per fortuna possiamo ancora visitare i siti stranieri e ascoltare una radio che dalla Polonia trasmette in Bielorusso.
Sembra l'Italia fascista, quando si ascoltavano di nascosto le trasmissioni di Radio Londra... ma la Ue cosa sta facendo per voi? Ci sono governi che hanno attivato degli uffici per i aiutare i nostri dissidenti, ma l'aiuto più importante arriva dalle associazioni che si battono per i diritti umani.
E l'Italia? Fornisce importanti aiuti ai bambini di Chernobyl: 10 mila ogni anno vengono ospitati da voi, e di questo vi siamo grati. Ma non dovete lasciarci soli, dovete pensare anche ai diritti umani. In fondo non abbiamo neanche il petrolio, non contiamo granché, non avete molto da perdere.
C'è il problema del gas che passa dal vostro Paese... Eh sì, purtroppo.
E poi c'è chi dice che Berlusconi e Lukashenko in fondo si somiglino, vadano d'accordo... Il Cavaliere lo ha anche elogiato in pubblico... Qualcosa li lega, l'approccio divistico, populistico al potere.
Oggi noi ci battiamo contro la legge sulle intercettazioni, c'è chi teme una deriva autoritaria... L'Italia ha una tradizione di democrazia che noi non abbiamo. Questa è la vostra salvezza, difendetela. Tutelate l'informazione e la consapevolezza dei cittadini.
Cosa bisogna fare per difendere i propri diritti? Resistere, resistere, resistere.
La stessa frase, identica, pronunciata da un magistrato italiano, Francesco Saverio Borrelli... (Bialiatski sorride) Non bisogna mai smettere di urlare le proprie ragioni e di pretendere il rispetto della legge. Anche se vi costerà caro, se perderete il lavoro. Bisogna mettersi in gioco, tutti.


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