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Int. al senatore L. Compagna - ?Se il partito lo chiede ritiro la legge sull'amnistia, ma così lasciamo il tema ai radicali?

• da Secolo d'Italia del 21 luglio 2010

di Annamaria Gravino

Lo sapeva il senatore Luigi Compagna che la sua iniziativa non avrebbe suscitato particolari entusiasmi? Certamente sì, visti i precedenti. Ma l'ha portata avanti lo stesso, presentando un disegno di legge per la concessione di amnistia e indulto. La proposta punta a sensibilizzare sulla «drammatica situazione in cui versano le carceri italiane» e arriva nei giorni in cui si moltiplicano le notizie di suicidi e aggressioni agli agenti in diversi istituti. Ma è anche «un modo - chiarisce l'esponente del Pdl per non lasciare certi temi solo ai radicali». Puntuali sono arrivati l'applauso di Rita Bernardini e lo stop della Lega e del capogruppo del Pdl Maurizio Gasparri, a cui Compagna ribadisce lealtà: «Un tema come questo non è sottoponibile alla disciplina di maggioranza o di partito. Se poi si rivelasse che la mia proposta è così forte che tutta l'opposizione vuole firmarla e Gasparri mi chiedesse di ritirarla, forse ci penserei».
La proposta è certamente forte... Ma mi è sembrato opportuno avanzarla come stimolo intellettuale e per la sensibilità che ho nei confronti del pianeta carcere, che versa in condizioni di particolare sofferenza. Non mi riferisco solo ai detenuti, ma anche al personale e ricordo che anche le audizioni programmatiche del ministro Alfano l'hanno rilevata.
A proposito, che fine ha fatto il ddl "svuotacarceri"? Le rispondo con una battuta del direttore di Radio Radicale, Massimo Bordin: è andato svuotando se stesso. E all'attenzione della Camera. Semplificando molto, prevedeva di convertire l'ultimo anno di detenzione in arresti domiciliari ma, sebbene sia stato annunciato con molta determinazione sia dal ministro Alfano sia dal presidente del Consiglio, ha incontrato la feroce opposizione del Pd in commissione Giustizia ed è finito in una condizione di offside, per dirla con un termine calcistico.
Veramente si ricordano le dure prese di posizione della Lega... La Lega si è inserita sulla scia del Pd. Il governo ha le proprie sfaccettature interne, ma è un'istituzione non un salotto. Se l'avevano avuto è perché il governo l'aveva chiesto, anche con qualche eccesso di ottimismo, visto che si era parlato perfino di decreto legge.
Che reazione si aspettava? Non è che pretendessi di avere la Lega dalla parte del disegno di legge, ma Castelli ha fatto delle obiezioni civilissime e ha dato un contributo serio (superare il modello di carcere omnicomprensivo e creare circuiti di detenzione alternativi per i detenuti a bassa pericolosità, ndr.). Perché poi, se posso essere molto sincero, è evidente che la mia proposta è un modo per buttare il pallone sul campo di gioco. Io non sono in commissione Giustizia, non sono un penalista, non faccio lobbismi. Sono solo un parlamentare non insensibile alle condizioni del carcere e noto che la custodia cautelare è di nuovo di gran moda. Da inguaribile, impenitente liberale, faccio anche appello ai valori cristiani.
Gli unici a sembrare davvero contenti di questa iniziativa sono stati i radicali... Sono grato di questa considerazione, su questo tema non ci può essere un monopolio di sensibilità. Anche questa intervista denota che è stata colta la sensibilità della proposta.
L'argomento potrebbe essere tema di iniziative bipartisan? Di iniziative trasversali ne ho fatte tante, addirittura una con la senatrice Chiaromonte sull'immunità parlamentare. Poi, quando c'è la disciplina di partito...
Maurizio Gasparri ha detto di «escludere che si possano approvare amnistie o indulti»... E cosa si aspettava che dicesse? Comunque mi è parso abbastanza rispettoso, non gli ho sottoposto il provvedimento, non penso che una cosa del genere incrini i rapporti. Sarebbe stato scorretto se avessi chiesto le firme di altri colleghi, ma l'ho presentato in solitudine proprio perché non viene meno la mia lealtà al governo, alla maggioranza, a Gasparri.
Nel Pdl ha riscontrato sensibilità simili alla sua? Mi scusi ma, se posso dirlo, ritengo sguaiata la domanda. Che c'entra il Pdl? È una domanda che non accetto. Lo spirito è che come parlamentare mi rivolgo a tutti i colleghi parlamentari.



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