Amnistia e indulto. A forza di prenderci in giro con i vari piani carceri e con la politica degli annunci, sono venute fuori le parole “imrponunciabili” in un parlamento in cui tanto a destra (Lega e parte del Pdl), quanto a sinistra (Di Pietro) si è fatto della deriva securitaria una vera e propria bandiera acchiappavoti. Amnistia e indulto per reati fino a quattro anni. Allo scopo di levare dalle patrie galere quel materiale umano che qualcuno crede essere assimilabile alle eco balle di Bassolino e quindi ammassabile anche in spazi molto limitati. L'iniziativa. O se volete la provocazione, parte dal senatore Luigi Campagna del Pdl, un liberale vero che non ha alcuna paura di misurarsi con la demagogia dei vari Gasparri, Castelli, Di Pietro e compagnia propagandante.
D'altronde le carceri nuove non solo non si costruiscono in tempo, ma non si costruiscono e basta. E quelle nuove già ultimate negli ultimi dieci anni stanno lì come cattedrali nel deserto con dentro le ortiche che ci crescono e con nessuno che può e vuole aprirle perché non ci sono i soldi per mantenerle ne per assumere personale di custodia. E negli ultimi dieci anni oltre 1700 detenuti sono morti in carcere, il 30% dei quali per suicidio. Ovviamente l'iniziativa di Compagna ha avuto il plauso di Rita Bernardini, deputata della lista Pannella, anzi di Radicali italiani, eletta nelle file del Pd, che, insieme a tutti gli altri esponenti della galassia radicale non si stancano di perorare la causa degli ultimi della terra e anzi si recano a trovali in tutte le feste comandate del cristianesimo, loro che sono laici, compresa la prossima in programma a ferragosto. “dopo l'audizione alla camera del ministro Alfano al principio della legislatura - sottolinea Compagna – non si è riusciti finora a varare provvedimenti che rendessero meno disumane le condizioni delle nostre carceri. Esse vivono ormai un dramma che le pone al di fuori di ogni principio della Carta dei diritti dell'uomo”.
Di qui l'esigenza, secondo il parlamentare del Pdl, di ricorrere a quella “potestà di clemenza”, che il Parlamento aveva a suo tempo pensato di limitare, fissando in una maggioranza di due terzi il quorum necessario alla deliberazione. “ho assunto questa iniziativa – ha precisato Compagna – perché di fronte a tanta sofferenza il Parlamento deve essere sollecitato ad un uso ragionevole e non arbitrario della potestà di clemenza prevista nella nostra Costituzione”.