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Il nucleare ad personam

• da Europa del 22 luglio 2010

di Emma Bonino

In quale paese, non dico europeo ma al mondo, un parlamentare può cumulare altri incarichi al vertice di importanti organismi pubblici che ricevono finanziamenti statali approvati dal parlamento stesso? Non bisogna cercare molto lontano perché quel paese è l'Italia di oggi. L'ultimo caso, dopo quello di Stanca all'Expo (con i noti risultati), è l'istituenda Agenzia per la sicurezza nucleare i cui componenti - cinque, incluso il presidente - in base al decreto legge "energia" all'esame del senato, godranno - se non ci saranno capovolgimenti dell'ultima ora - di una deroga all'incompatibilità con altre funzioni, ivi compresa quella di parlamentare. In parole povere si precostituirebbe una serie di nomine ad personam come se le cariche fossero già "prenotate". Per capirci: una legge che già contiene in sé l'individuazione dei destinatari e che, per questo, la corte costituzionale non tarderà a censurare per violazione del principio di uguaglianza. Spiace dover ogni volta ricordare al governo in carica che la disciplina sulle incompatibilità parlamentari non solo rappresenta una conquista di civiltà giuridica che ha unito personalità diverse tra loro come don Sturzo - primo firmatario della proposta di legge varata nel 1953 - ed Ernesto Rossi, ma è anche il limite lungo il quale corre il rispetto del principio di separazione tra i poteri, baluardo delle democrazie liberali. Evidentemente tocca farlo sistematicamente e in questo caso lo hanno fatto pure i senatori di maggioranza e opposizione delle commissioni affari costituzionali e ambiente. Rimarranno inascoltati anche loro? Noi radicali abbiamo presentato una questione pregiudiziale ma mentre scrivo tutto sta ad indicare che il governo andrà avanti come un rullo compressore, rifiutandosi di raccogliere obiezioni in fondo condivisibili perché, oltre che sagge e di buon senso, indicano una palese condizione di incostituzionalità. Le armi ancora a disposizione per evitare il peggio sono alquanto spuntate ma visto che, in base al decreto, il presidente, come pure i membri, dell'Agenzia «sono scelti tra persone di elevata qualificazione e competenza nel settore della tecnologia nucleare, della gestione di impianti tecnologici, della sicurezza nucleare, della radioprotezione ecc...» il meno che si possa aspettare, essendoci in ballo la salute dei cittadini, è che le audizioni - pubbliche, aggiungo io - dei candidati da parte delle commissioni parlamentari competenti diventino, non un optional come ora previsto, ma un passaggio obbligatorio il meno burocratico e il più trasparente possibile.



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