Rischia di tornare in alto mare la costituzione della già ritardataria Agenzia per la sicurezza nucleare, passo essenziale per il ritorno italiano all'atomo. Le commissioni Affari Costituzionali e Ambiente del Senato hanno bocciato l'articolo 3 del decreto "sblocca reti" che attenua le incompatibilità già previste per la nomina dei vertici dell'Agenzia, e una semi-bocciatura è arrivata ieri sera anche dalla commissione Industria. La commissione Affari costituzionali ha dato il via libera allo sblocca-reti condizionandolo però all'eliminazione (voto all'unanimità ) dell'articolo 3 «in quanto contiene disposizioni di carattere ordinamentale, riguardanti in particolare lo status del parlamentare, incompatibili con un provvedimento di urgenza». Simile il no della commissione Ambiente mentre la commissione Industria ha chiesto comunque un parziale ripristino delle incompatibilità . L'articolo contestato prevede la modifica dei criteri di nomina per l'Agenzia eliminando le incompatibilità con incarichi politici elettivi previste dalla legge "sviluppo" (99/2009) che aveva riaperto la via al nucleare. La modifica è stata concordata dai ministeri dello Sviluppo e dell'Ambiente per favorire la nomina di Umberto Veronesi, senatore Pd, come Presidente "bipartisan" a capo di un collegio che vedrebbe tra i quattro commissari due uomini del ministero dell'Ambiente: gli alti dirigenti Luigi Pelaggi e Michele Corradino. La commissione Industria ha deciso per un compromesso: conferma delle incompatibilità previste nella legge "sviluppo" (che ostacolerebbero la nomina dei dirigenti ministeriali) ma deroga per la prima nomina del Presidente, che può essere un parlamentare. Oggi la parola all'aula.