Umberto Veronesi in pole position per guidare la costituenda Agenzia per la sicurezza nucleare, ma a votargli contro è il suo stesso partito, il Pd. Che non ne contesta la figura di scienziato e ricercatore, ma solleva un caso di incompatibilità : secondo i democratici infatti il timone della nuova struttura non può essere affidato ad un parlamentare, bensì a un nome fuori dagli schieramenti. La maggioranza invece, in commissione Industria, ha dato via libera al testo che oggi approderà in aula. Aprendo così le porte proprio alla candidatura del celebre oncologo che siede a Palazzo Madama nelle fila del Pd, anche se secondo altre voci sulla poltrona sarebbe destinato a finire un esponente del Pdl, Guido Possa, anch'egli senatore. «Non abbiamo nulla contro il professor Veronesi - ha spiegato in commissione Carlo Sangalli, del Pd - ma con norme del genere si rischia di privare di autonomia le strutture scientifiche». Sotto tiro l'articolo 3 del decreto istitutivo che prevede uno stretto regime di incompatibilità per tutti i componenti del futuro consiglio dell'Agenzia nucleare, tranne che per la figura del presidente (anche se limitatamente al primo mandato, che dura sette anni). «Un vero e proprio emendamento ad personam - accusa la dipietrista Patrizia Bugnano - perché quel posto è già stato promesso a Possa o a Veronesi». L'articolo, con i voti del Pdl, è passato. Ma ora in aula l'opposizione potrebbe sollevare la pregiudiziale di incostituzionalità .