Eppure molti di loro - per dirla all'opposto dei presidente Gianfranco Fini - sono convinti di essere come alla Fiat. E che il 31 luglio, o giù di lì, Montecitorio chiuderà i battenti per riaprirli a settembre. E chi se ne importa del disegno di legge sulle intercettazioni, che il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi avrebbe voluto vedere pubblicato sulla Gazzetta ufficiale già molti mesi fa. Curioso, però, che ad avere le valigie pronte siano proprio quelli del Pdl menti e nell'opposizione da giorni - almeno una ventina - tutti sanno che da Roma non ci si muove finché non sarà dichiarata chiusa l'ultima seduta prevacanziera. Vuoi vedere che magari succede il colpaccio e la maggioranza viene battuta sulle pregiudiziali di costituzionalità al disegno di legge sulle intercettazioni? Sperare non è vietato, ma è molto improbabile che accada. Berlusconi non lo perdonerebbe mai ai suoi e il capigruppo Fabrizio Cicchetto è avvertito: usare il pugno di ferro per precettare i pidiellini e il bastone per chi quel giorno, il 29, osasse non essere in aula. Ma da varare ci sono anche due decreti, già licenziati dal Senato, e in scadenza a settembre. Da qui l'ipotesi che a Montecitorio possano protrarsi anche per i primi giorni di agosto. Certo, il caso citato mercoledì da Fini crea un po' di sconcerto: nell'83, prima legislatura per il presidente della Carnera, si lavorò fino al 14 agosto. Troppo anche per i meglio intenzionati. I quali ci tengono a precisare che non c'è nulla di scandaloso nel restare a Roma oltre la fine di luglio, perché «è giusto dare un segnale al Paese». Assicura di esserci anche Antonio Gaglione, parlamentare pugliese nonché così assenteista da meritarsi l'espulsione dal suo gruppo, il Pd, per transitare nel misto. Difficile eguagliarlo visto il suo ragguardevole record di 92,53% di assenze; ogni suo voto vale 104,7 euro, così è stato calcolato. Lui non si scompone: «Ppositivo che la Camera lavori anche ad ago sto, mica i servizi si bloccano in quel mese. Io faccio il medico e lo faccio anche ad agosto». Sarà per questo che trascura il Parlamento? «A me piace fare le cose concrete e si capisce subito che a Roma è tutt'altra musica. Quando ho capito che la mia presenza era ininfluente...». Giuseppe Consolo, parlamentare del Pdl, finiano, ritiene positiva la decisione del presidente della Camera: «Intanto sfatiamo questa diceria, che i parlamentari sono fannulloni. Si lavora molto: io oggi sono stato otto ore in commissione giustizia. E comunque, restare qui anche ad agosto mi sembra il minimo: va dato un segnale al Paese. Siamo cittadini privilegiati e dobbiamo pagare il prezzo di questi privilegi». Isabella Bertolini, Pdl, vedrebbe bene anche una riduzione tout court della chiusura del Parlamento: «Non ci vedo nulla di male nel ridurre drasticamente il periodo di pausa. Comunque, ogni anno ci dicono di organizzare le vacanze dal 10 agosto in poi». Maria Antonietta Coscioni, radicale eletta nelle file del Pd, ricorda che il lavoro di parlamentare è ben pagato e può anche richiedere sacrifici: «Sono d'accordo che ci sia concesso più tempo per approfondire meglio i provvedimenti. E vorrei precisare che sono altre le cose che fanno la casta, non certo il numero di giorni di vacanza».