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Meropur, Poretti: L?azienda farmaceutica Ferring patteggia e risarcisce il ministero. I pazienti chiedono giustizia

23 luglio 2010

Intervento della Senatrice Donatella Poretti, Radicali/Pd

 
Ho rivolto svariate interrogazioni al Ministro della Salute sul fatto che in Italia è in vendita il Meropur, farmaco per i trattamenti di Fecondazione assistita, che non riporta le idonee avvertenze sulla possibilità di contrarre patologie virali (tra cui il morbo della Mucca Pazza) come previsto per tutti i farmaci estratti da urine di donne in menopausa, nonostante la pubblicazione di numerosi studi scientifici che evidenziano la presenza in questo farmaco di "39 elementi contaminanti". Le associazioni di pazienti Amica Cicogna, Cerco un bimbo, Un bambino.it, l’altra cicogna, con l’Aduc (associazione per i diritti degli utenti e consumatori), Il tribunale per i diritti del Malato e l’Associazione Luca Coscioni, hanno sollevato ripetutamente la questione al Ministro della Salute e all’Aifa.
Nell’ultima interrogazione (1), ancora senza risposta, sono state evidenziate due questioni: mancanza di purezza del Meropur, e posizione dell’azienda farmaceutica produttrice Ferring, indagata per corruzione anche per quanto riguarda le procedure d’immissione in commercio del Meropur (2). Il gruppo biofarmaceutico Ferring, coinvolto nell'inchiesta della Procura di Milano su un presunto giro di tangenti che vede indagato per corruzione anche l'ex sottosegretario alla salute e senatore del Pdl Cesare Cursi (avrebbe preso nel 2005, assieme a un mediatore, una tangente da 100.000 euro dalla Ferring per far registrare all'agenzia il farmaco Meropur ad un prezzo maggiore), ha patteggiato davanti al giudice per le indagini preliminari di Milano una pena pecuniaria, pari a 200.000 euro di multa, e il risarcimento al ministero della Salute con altri 200.000 euro confiscati come prezzo e profitto del reato presupposto (la corruzione).
Ancora oggi si verificano infezioni da Mucca pazza, e questi farmaci estratti dalle urine di donne in menopausa potrebbero determinare questa malattia. Infatti, assenza di follow-up dei donatori e l’impossibilità di risalire agli stessi e di identificare lotti eventualmente infetti, hanno determinato nel Regno Unito nel 2003, a seguito di un caso italiano di vCJD (variante della Malattia di Creutzfeldt-Jakob), l'interruzione da parte delle autorità sanitarie della commercializzazione di un farmaco prodotto con urine, come misura precauzionale. Gli enti regolatori non richiedono alcun controllo delle materie prime utilizzate (urine), ne' tanto meno delle donatrici. Inoltre, nel momento che le urine vengono pullate, si perde ogni tracciabilità delle donatrici stesse. Questo è l’unico processo di produzione di proteine per uso terapeutico nell’uomo in cui non sia ancora richiesto un controllo approfondito di tutte le materie prime utilizzate. Al contrario ciò non av
 viene
nei prodotti emoderivati e nei prodotti di origine biotecnologica.
Il Ministro della salute e l’AIFA ora non possono più temporeggiare, la salute delle coppie infertili non è quantificabile economicamente e bisogna immediatamente sospendere la vendita di questo farmaco, soprattutto in considerazione dei trascorsi giudiziari e delle evidenze scientifiche.
 
Qui il testo dell’interrogazione: http://blog.donatellaporetti.it/?p=1620#more-1620
 
(1) http://blog.donatellaporetti.it/?p=843
(2) notizia del 2 luglio riportata dal Corriere del Ticino


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