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Non ceda e conservi il seggio che il popolo gli ha concesso

• da Il Giornale del 26 luglio 2010

di Franco Battaglia

Caro Veronesi, apprendo che, qualora tu accettassi l'invito del governo a presiedere l'Agenzia di sicurezza sul nucleare, alcuni della tua parte politica pretenderebbero che ti dimettessi da senatore. Non farlo. Mantieni il seggio che parte del popolo ti ha concesso. Capisco che l'amore di pace potrebbe indurti a quelle dimissioni, ma, lo dico con franchezza, sarebbe la pace, scegli tu chi preferire, di don Abbondio o di Papa Celestino. Qui si tratta di scegliere, invece, tra l'interesse del Paese e quello di una brigata di scalcagnati che pur di fare un dispetto a Berlusconi venderebbe la propria madre. Figurarsi quanto gliene possa importare dell'interesse del Paese. Che, nel settore in parola, è uno solo: garantirsi la sicurezza di approvvigionamento energetico. La quale, allo stato attuale, è quanto mai precaria: ne fan fede, ad esempio, durante la calura estiva, i numerosi black out che a macchia di leopardo devono essere programmati, nonché l'assenza di aree climatizzate in treni, metropolitane e autobus, al cui interno sono state registrate temperature, le cronache ci hanno informato, di quasi 50 gradi. Una precarietà che col tempo è destinata ad aggravarsi e alla quale è necessario porre rimedio. Berlusconi questo lo ha ben chiaro, e per il bene del Paese è disposto anche ad affrontare quella piazza che, ancorché minoritaria, è pur tuttavia insopportabilmente fastidiosa, tanto è rumorosa. Essa è, di fatto, la vera ecomafia: è l'ecomafia dei verdi pro -fotovoltaico, è l'ecomafia delle leghe ambientaliste proeolico. Dici che esagero? No: essenza di un racket è succhiare risorse alle attività produttive imponendo a esse dispendiosissime attività improduttive. Orbene, a parità di energia elettrica annua prodotta, un impianto fotovoltaico costa venti volte di più di un impianto nucleare. Ma, dirai, se il popolo sovrano, come è suo diritto, preferisse spendere venti volte di più e installare impianti fotovoltaici pur di non averne alcuno nucleare? Impossibile, perché i pannelli fotovoltaici, non importa quanto po- tenti, sono inutili quando il sole non li illumina (ad esempio, tra il tramonto e l'alba, quando il cielo è coperto di nuvole, o quando i pannelli sono coperti di neve). Così come gli impianti eolici sono inutili se il vento non soffia. Insomma, eolico e fotovoltaico sono improduttivi prima che dispendiosi. Impegnarsi a sostenere la tecnologia nucleare, allora, significa pestare i calli alle ecomafie dell'eolico e del fotovoltaico. Ancorché nobile, però, questo impegno non appare sufficiente a fare ciò che va fatto. Il nucleare si riavvierà solo col consenso anche di una parte dell'opposizione. E nell'opposizione vi sarà pure, voglio augurarmi, chi ha sufficiente responsabilità da dare quel consenso. Non certo Bersani, che è quello che nel 1999 avviò lo smantellamento accelerato di Caorso, al modico costo di oltre 3 miliardi di euro a carico degli utenti elettrici; quando invece, peraltro spendendo dieci volte meno, avrebbe potuto e dovuto riavviare in pochi mesi quella centrale. Non foss'altro che per fare crollare il tabù del nucleare in Italia. La tua presenza in politica, proprio sul tema in parola, sarebbe allora necessaria, caro senatore: avviare il nucleare in Italia è quanto mai prioritario, ma difficilmente potrà realizzarsi per volontà della sola forza di governo, qualunque essa sia. Dato questo di governo, tu avresti l'onere di coagulare attorno a te quelli della tua parte che sono responsabili, e isolare gli irresponsabili. Non accollarti quell'onere significherebbe darla vinta a quei tuoi compagni di partito che non esitano a compiacere alle ecomafie per il puro gusto di fare un dispetto a Berlusconi. Ma non ci sono solo costoro, nel tuo partito. Ci sei tu, innanzitutto; e immagino (o almeno così mi piace immaginare) che tu non sia solo. O lo sei?



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