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Un altro detenuto suicida

• da Roma del 26 luglio 2010

Ancora un suicidio nelle carceri italiane: ieri mattina un detenuto della casa circondariale di Catania Bicocca si è ucciso in cella mentre si stava facendo la barba, recidendosi la carotide. Le modalità sono comunque ancora tutte da accertare. «È il 38esimo caso di questo funesto 2010», ha detto il segretario generale della Uil Pa Penitenziari, Eugenio Sarno. «Abbiamo la sensazione - ha aggiunto - che nemmeno questa strage silenziosa che si consuma all'interno delle nostre degradanti prigioni scuota dal torpore una classe politica che ha, evidentemente, accantonato la questione penitenziaria. Dal 1 gennaio 38 detenuti, 4 agenti penitenziari e un dirigente generale si sono suicidati». L'allarme è condiviso anche dall'Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria: «Le proteste per le condizioni disumane dovute al sovraffollamento - ha detto il vice segretario generale Domenico Nicotra - possono portare anche ad azioni dimostrative molto pericolose come quella di oggi. Purtroppo, questa volta, non è stato possibile salvare un'altra vita». La Procura della Repubblica di Catania ha aperto un'inchiesta e sta per disporre l'autopsia. L'uomo si chiamava Andrea Corallo, aveva 39 anni e non era recluso nel settore di massima sicurezza. Secondo quanto riferito da Riccardo Arena di Radio Radicale, Corallo aveva iniziato «una rumorosa protesta e minacciava di uccidersi proprio tagliandosi la gola. I tentativi degli agenti di farlo calmare sono stati inutili». Andrea Corallo si trovava in carcere dall'aprile del 2008 e divideva la cella con altri due detenuti, che ora sono ascoltati dagli inquirenti.



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