“A me di quello che pensano al riguardo i Radicali importa poco, la linea della radio per me la deve esprimere Pannella che ne è formalmente l'editore”, parola di Massimo Bordin. La storica voce della rassegna "Stampa e regime" che accompagna le prime ore del mattino di appassionati, politici e addetti ai lavori- chiarisce così il suo stato d'animo dopo aver appreso la notizia del cambio alla direzione dopo 19 anni: "Hanno deciso per il nuovo direttore? Me lo state dicendo voi. Bene comunque. Per fortuna non siamo arrivati al Ventennio.." ironizza. Ma la tensione con lo storico leader Marco Pannella c'è e affiora in modo palese: "A cena con Pannella? Non credo di avere con lui grandi divergenze politiche, è bene chiarirlo. Ma mentirei se dicessi di avere mai avuto con lui grandi frequentazioni: solo qualche cena di lavo- ro". Anche se Bordin non vorrebbe lasciare la radio per sempre, sperando soprattutto di poter continuare la sua rassegna stampa, diventata ormai appuntamento trail cult e il rito religioso: "Credo che sia possibile restare, la questione non è ancora definita, diciamo". Tra i nomi che sono circolati nei giorni scorsi dalle stanze radicali per la successione di Bordin c'erano quelli di Filippo Facci di Libero e di Marco Cappato. "Non ho mai parlato con nessuno di questa possibilità", rivela Cappato, per il quale la mattina senza "Stampa e regime" sarebbe "certo difficile da immaginare". Alla fine a spuntarla è, invece, Paolo Martini, classe 1966, stretto collaboratore di Bordin, per il quale è stato soprattutto "l'uomo di macchina" in redazione. Per lui Bordin, infatti, non spende che buone parole: "È molto bravo, una decisione saggia". Martini è esperto di politiche del lavoro e questioni sindacali, oltre agli esteri e a Internet. Infatti è il direttore della Web tv della rivista L'interprete internazionale (Bordin è nel comitato editoriale), paradossalmente vicina alla Fondazione Italiani Europei presieduta da quel Massimo D'Alema acerrimo nemico dello stesso Pannella, che non risparmia mai una critica al "regime partitocratico di Berlusconi e D'Alema. Radio Radicale cambia guida, quindi, dopo quasi vent'anni, a partire dal 1° agosto, come Bordin aveva già annunciato con le sue tormentate dimissioni lo scorso 9 luglio per "insanabili divergenze con l'editore di riferimento Marco Pannella". Il divorzio ufficiale fra i due è arrivato due giorni dopo, l'11 luglio, durante il consueto incontro radiofonico della domenica mattina tra il direttore e il padre e padrone radicale. Un faccia a faccia di quasi due ore con molta poca diplomazia e toni (anche di voce) molto alti: "Ti sei preso una responsabilità politica molto grave", ha attaccato Pannella, ma la replica di Bordin non è stata da meno: "Nel tuo argomentare c'è parte ingenerosa perché mi dai del disertore. Gridi al momento gravissimo, ma lo fai sempre. Non ho preteso né chiesto nulla". Non è stata la prima litigata in diretta, forse sarà davvero l'ultima, altre sono già passate alla storia. Come quella del 2009, giorno di Pasqua, in cui Bordin rinfacciò Pannella di essere l'unico a fare del "digiuno un'arma politica", prima di annunciare cosa poi non avvenuta - che quella sarebbe stata l'ultima conversazione domenicale tra loro: Bordin: "Non sono metodi molto belli" Pannella: "Bisogna vedere a quale concetto di bello si fa riferimento"; Bordin: "A quello di potersi guardare allo specchio, andiamo avanti con l'ultima conversazione"; Pannella: "Se è questo a cui volevi arrivare diventerai un martire"; Bordin: "Figurati se voglio essere martire" Pannella: "Farò a meno del prestigio di questi dibattiti ma sopravvivremo entrambi" Bordin: "Non c'è dubbio".