Limiti, carenze, deficienze del governo Berlusconi, sono ormai di accecante evidenza; il “ghe pensi mi” fatica anche solo a pensare a se stesso. Ciò non toglie che il presidente del Consiglio e la sua corte siano, possano ancora essere pericolosi, capaci di tutto. Il segretario del Partito Democratico Pier Luigi Bersani, nel suo intervento conclusivo alla festa di Torino ha ribadito la volontà di cercare intese “larghe” e alternative all’attuale maggioranza. E’ evidente che non può trattarsi di una mera sommatoria, che si tratta piuttosto di discutere, confrontarsi, misurarsi su progetti e possibili soluzioni per i tanti problemi creati da questo Governo.
Va benissimo cercare intese, discutere e dibattere con Italia dei Valori, popolo viola, grillini, e quant’altro. In questa “ricerca” si comprendono anche radicali, verdi, socialisti? Perché, a meno di distrazioni, queste tre formazioni politiche non vengono prese in considerazione. Si dà per scontato che ci siano, o, viceversa, sono escluse a priori?
Il problema del centro-sinistra non è tanto quello di “rubarsi” voti l’un l’altro; piuttosto convincere chi ha votato centro-destra e che ora non ce la fa più, che stare a casa, deluso e frustrato non serve a nulla, e che invece può utilmente giocare la carta del centro-sinistra.
L’esperienza dovrebbe insegnare qualcosa: in Piemonte i grillini hanno di fatto regalato la regione al centro-destra e consentito al candidato della Lega di vincere; in Lazio, dove il centro-sinistra si presentava in condizioni disperate, grazie alla candidatura di Emma Bonino, non ha vinto, ma ha tenuto come nessuno avrebbe sperato e immaginato. In quella Roma che solo pochi mesi prima aveva consegnato le chiavi del Campidoglio al candidato del centro-destra, Emma ha trionfato un po’ in tutti i municipi.
Nichi Vendola certamente scalda i cuori di un elettorato di sinistra, stanco e deluso; Antonio Di Pietro è a sinistra che “pesca”, e non credo siano molti gli elettori delusi dal berlusconismo che voteranno per l’Italia dei Valori; Marco Pannella, Emma Bonino, i radicali, al contrario, alle ultime elezioni, ma anche quando si presentarono alleati di Romano Prodi con le liste della Rosa nel Pugno, hanno garantito quella quota di voto e consenso “nuova”, determinante, strappata al campo del centro-destra. Questi sono fatti; e dovrebbero essere sufficienti per convincere il PD dell’utilità di avviare anche con i radicali un dialogo e un confronto sulle cose da fare, su come farle, e come presentarsi all’opinione pubblica per chiedere fiducia e consenso. Se, come dice Bersani, Pannella, Bonino, i radicali sono una risorsa, cosa si aspetta ad utilizzarli?
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