LA SCOMPARSA DI FRANCO PATICCHIO
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Con Franco Paticchio scompare un amico ed un compagno con cui abbiamo condiviso importanti battaglie di libertà , scomode ma popolari, come quella per un sistema elettorale maggioritario a due partiti, per l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti e per la responsabilità civile dei magistrati.
Ci lascia un combattente per la libertà , fondatore a Trieste di importanti testate giornalistiche e televisive che da sole e con pochi mezzi, hanno contrastato efficacemente potenti monopoli locali.
Da sempre schierato contro l’ordine dei giornalisti per una informazione libera dall’oppressione delle caste, è stato in prima fila a difesa dell’istituto del referendum ed ha finanziato secondo l’antico principio liberale le sue, le nostre idee ed iniziative.
Ci lascia una persona che ha pagato in prima persona per le sue scelte politiche e per l’ottusità dell’attuale sistema giudiziario, ma che non ha mai cessato in tutta la sua vita di richiedere il rispetto della legge e della legalità contro le ingiustizie ed il sopruso.
Trieste 10 giugno 2004
Marco Gentili Radicali Italiani
www.radicalifvg.it
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Da "Il Piccolo" 11/06/2004
Morto Paticchio, stroncato da un’epatite
La malattia gli ha devastato anche il fegato trapiantato: aveva 62 anni. Sarà sepolto domani in Irpinia
È morto Franco Paticchio, commercialista più che noto in città , direttore del quotidiano «Trieste Oggi» e dell’emittente televisiva «Antenna Tre». Nel 1982-83 era stato presidente della Triestina calcio nel campionato della promozione dalla C in B. Nel settembre scorso era stato eletto dal Consiglio comunale revisore dei conti dell’Amministrazione municipale. E’ stato questo il suo ultimo incarico: stava già molto male e le voci in città si rincorrevano nei salotti della politica e nei corridoi del palazzo di Giustizia. A marzo gli era stato trapiantato il fegato nell’ospedale «Cisanello» di Pisa per sopperire ai contraccolpi di una devastante epatite C. Il trapianto è riuscito ma l’epatite ha aggredito anche il nuovo fegato. Secondo ricovero il 13 maggio sempre nello stesso ospedale: poi altre crisi fino a quella finale della scorsa notte. Ieri prima dell’alba, alle 3.30, è sopravvenuta la morte. Gli era accanto la moglie Grazia: la notizia in poche ore è rimbalzata a Trieste. Sessantadue anni, nato ad Addis Abeba, poi residente ad Ariano Irpino, infine giunto a Trieste da solo nel 1958 come tanti altri che in questa città cercano e trovano fortuna. Franco Paticchio si era laureato in Economia e Commercio e grazie a questo titolo aveva insegnato a lungo. Per questo molti continuavano a chiamarlo «professore». Per altri era il «direttore», mentre molti si sono sempre trovati in difficoltà per definirne l’attività con un’unica parola. La sua presenza a Trieste di certo non è passata inosservata. Gli va ascritto il tentativo di aver cercato di costruire a partire dalla fine degli anni Settanta, un polo informativo che facesse concorrenza al Piccolo, al Primorski Dnevnik e alla Rai. Ha rotto un equilibrio ma la sua impresa ha avuto alterne fortune e laceranti momenti giudiziari. Fallimenti, licenziamenti, debiti, capitali di rischio azzerati, inchieste della magistratura, polemiche politiche a tutto campo. ’Ciacole’ e precisazioni, fondini politici e messaggi lanciati cripticamente. Persino un'aggressione col coltello. Certo è che il gruppo da lui fondato dovrebbe continuare a operare nel mondo dei media. Ieri in serata lo ha confermato uno dei suoi cinque figli. Ottone Paticchio ha detto: «L’impresa di papà va avanti. Sarò io a gestirla». Da studente universitario Franco Paticchio era stato vicino alla Goliardia nazionale tradizionalista di Renzo de Vidovich. Ed era stato tra i fondatori della Cisnal di cui era stato il primo segretario provinciale. All’inizio degli anni Novanta a sorpresa era diventato amico personale di Marco Pannella e si era candidato alla Camera con il Partito radicale nella sua seconda versione, quella che in città aveva visto la forte contrapposizione tra i militanti storici, antimilitaristi, divorzisti e abortisti con il nuovo look e la nuova linea transnazionale, maggioritaria, liberale e liberista. Nelle sue imprese editoriali- Meridiano di Trieste, Telequattro, AntennaTre, il Pomeridiano, Trieste Oggi- sono «transitati» molti giornalisti, fotografi, operatori televisivi. Il passaggio per parecchi è stato doloroso e il loro animo è stato segnato indelebilmente da una deregulation applicata a tutto campo. Ma non hanno mai mollato e continuano giorno dopo giorno in questa meravigliosa professione. Questo è stato il limite e allo stesso tempo il grande merito di Franco Paticchio, un antico «corsaro» che sapeva parlare alla gente e la convinceva con la forza dell’affabulazione. Pacato, mai un gesto troppo largo, una voce suadente, elegante nei modi, tenace nel perseguire l’obiettivo. Sarà sepolto domani ad Ariano Irpino e la prossima settimana una messa di suffragio sarà celebrata a Trieste. «Martedì o mercoledì» hanno assicurato i figli Edoardo, Giovanni, Ottone, Maria e Francesca. Il testimone passa a loro. Claudio Ernè
Marco Gentili www.marcogentili.it +393282220364
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