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HASHISH ALLA POLIZIA PER PROTESTA. LEADER RADICALE SI FA ARRESTARE

13 marzo 2004

  • da "Il Piccolo" di Trieste del 12 marzo

    Disobbedienza civile di Rita Bernardini davanti al Tergesteo

    «In questa bustina c'è hashish, non so quanto perché l'ho comprato al mercato nero. Lo cedo alle forze dell'ordine. Un'azione del genere dovrebbe provocare il mio arresto, spero che sia un gesto che vada contro il proibizionismo delle droghe.» «Va bene, mi segua in questura.» E' il dialogo che si è svolto alle sette e mezza di ieri sera dinanzi a decine di testimoni, di fronte al Tergesteo, tra Rita Bernardini, tesoriera di Radicali italiani, e Manuela De Giorgi, vicedirigente della Digos di Trieste. E' stata la puntata triestina delle manifestazioni antiproibizioniste con disobbedienza civile che i Radicali stanno organizzando in varie zone d'Italia e che dopo averli portati ieri mattina a Padova, li condurrà oggi anche a Tolmezzo. Le due donne sono poi sparite nell'ascensore che le ha portate al primo piano del palazzo di via del Teatro romano e la tesoriera radicale ha totalizzato l'ennesima denuncia penale. «E' la ventesima volta che faccio una cosa del genere davanti alla polizia - aveva spiegato Rita Bernardini nella precedente conferenza stampa - non sono una masochista. Voglio mettere in risalto che non è giusto che tanti giovani che fanno la mia stessa cosa, vengano poi etichettati come drogati e delinquenti e siano costretti a passare alcune notti in carcere. Tant'è che alla fine alcuni non reggono, e finiscono con il suicidarsi. Se avessero comprato una bottiglia di whisky, il loro fisico avrebbe subito gli stessi danni, eppure a loro la polizia non avrebbe fatto nulla.» Ha poi spiegato i veri obiettivi della campagna radicale. «Noi non abbiamo mai parlato di liberalizzazione, perché la liberazione esiste ora che la droga è acquistabile 24 ore su 24 al mercato nero. Chiediamo invece la legalizzazione delle droghe leggere e alcune sperimentazioni in città particolari di somministrazione controllata di eroina.» Il ddl Fini, che deve essere approvato dal Parlamento, renderebbe oltremodo repressiva, secondo i Radicali, una una situazione già oggi inadeguata. Criticato anche il ruolo particolare che sarebbe affidato alle comnità teraputiche e in questo Rita Bernardini è stata secca: «Voglio vedere quali saranno le comunità che riceveranno i miliardi dello Stato italiano. Immagino, per esempio, quella di Muccioli, che già oggi ne riceve molti. Perché, stringi, stringi, il discorso è quello: un voto di scambio partiti-comunità.» In precedenza Marco Gentilli aveva fornito alcune interessanti cifre sulla realtà triestina. Il 3 per cento della popolazione della provincia fa abuso di droghe. Sono settemila persone, per la metà dipendenti da droghe legali e per l'altra metà da droghe illegali. Di queste, 1300 sono seguite dal servizio pubblico. Il Sert ha in cura 739 persone, il 90 per cento delle quali fa uso di eroina. Dei 250 medici di base, ben 60 sono disponibile a curare tossicodipendenti nel loro ambulatorio. «Il proibizionismo ha dimostrato il suo fallimento - ha sostenuto Cristina Sponza - se anche per le droghe leggere devi cercare un canale occulto, per forza ti troverai a contatto con lo stesso fornitore che poi avrà tutto l'interesse di farti passare alle droghe pesanti.»

    Silvio Maranzana




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