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SUPPLETIVE TRIESTE / APPUNTAMENTI ELETTORALI DI CHRISTINA SPONZA DEL 14 E 15 OTTOBRE

14 ottobre 2003

ï‚· Martedì 14 ottobre, ore 09.00 – 11.30, la candidata incontra i cittadini a Servola (Trieste) all’incrocio tra via dei Soncini e via di Servola;
ï‚· Martedì 14 ottobre, ore 13:30 – 14.30, la candidata incontra gli operai presso l’ingresso della ferriera di Servola;
ï‚· Martedì 14 ottobre, ore 17.00 – 19.00, la candidata incontra i cittadini a Roiano (Trieste) presso il supermercato COOP di via Montorsino;

 Mercoledì 15 ottobre, la candidata Christina Sponza dei Riformatori Presidenzialisti incontrerà i cittadini dalle 9 alle 12 e 30 a Borgo S. Sergio davanti al SuperCOOP. Alle 17 parteciperà alla conferenza stampa organizzata dagli "Amici della Terra" al Jolly Hotel.


Christina Sponza illustra il suo programma ai cittadini che prevede tra le altre cose riprendere la battaglia sulla laicità dello Stato. A tutti ricorda che anche Alcide De Gasperi era laico e che “la politica è di per sé laica perché laicizza”. Nella sostanza, sostiene la Sponza, quello della laicità è la madre di tutti i problemi ed è il problema stesso dell’Italia e del tormentato cammino verso lo Stato di diritto. Le forze politiche sono sempre state insidiate dalla presenza al suo interno di un altro Stato: il Vaticano. Ma attenzione, dice la Sponza, ciò non significa che io sia anticattolica. Perché il problema del cattolicesimo non consiste infatti nella sua dottrina ma nel suo essere uno Stato vero e proprio, con i propri ambasciatori alle Nazioni Unite e presso altri Stati. In termini religiosi questo è uno scandalo "anticristiano".
I partiti generati da Tangentopoli hanno assunto denominazioni di tipo vegetale (Girasole, Quercia, Ulivo, Margherita) ma alla fine ecco che (post) democristiani, (post) socialisti e (post) comunisti fanno a gara nel definirsi liberali ma non hanno il coraggio di definirsi laici! Liberale è un termine accettabile proprio perché annacquato. L'attuale accezione del termine è così vaga che tutti possono farla propria senza compromettersi. Definirsi laici è molto più forte: Cavour, cattolico, non esitò a portare i cannoni a Porta Pia. Alessandro Manzoni - cattolico - si schierò senza esitazioni a favore del Risorgimento, divenendo in seguito senatore di un Regno fatto da massoni. Due grandi personalità - tra le tante - che, pur ricche di un'intensa fede religiosa, testimoniarono e vissero una totalizzante fede politica liberale. Loro sì furono davvero liberali e non questi improvvisati politici della domenica uguali per metodi partitocratici e per formazione politica.
I candidati democristiani che si presentano a queste elezioni suppletive non esitano – prosegue la Sponza – sui temi della bioetica, a sposare in toto le ragioni della Chiesa contro quelle della scienza. Potrei definirli "laici con la sottana del prete". Per me invece, essere laico significa innanzitutto essere disposto a mettere in discussione la propria identità, nel confronto con quella degli altri. Sei cioè liberale in quanto liberante di te stesso (dei tuoi miti, delle tue credenze) per affidarti al confronto con l'altro. “Io credo – dice la Sponza – che per essere credenti occorra essere anticlericali”. Il vecchio Partito Liberale e quello Repubblicano erano guidati da classi dirigenti pavide e subalterne. Erano laici perché non andavano a messa… Invece Io sono profondamente laica perché autenticamente liberale e mi candido per denunciare le consorterie clericali, i parastati confindustriali e i sindacati corporativi (13ott03).

La cultura dell'effimero: L'EXPO a Trieste.

Certamente l'Expo è un evento di notevole valenza, che potrebbe portare Trieste agli onori della cronaca internazionale. Tuttavia è un evento che appartiene a quella visione delle cose (tipica sempre più del pensiero occidentale) che vuole attribuire ad eventi straordinari e di portata eccezionale, la potenzialità risolutrice di una più vasta casistica di problematiche. Anziché riflettere su una soluzione organica ed estesa ad un più vasto ambito territoriale e temporale si vuole far credere (sempreché non si creda veramente) che la soluzione dell'economia e dell'urbanistica di Trieste si possa risolvere con l'artificiosità della presenza dell'Expo, salvo poi ripiombare - passata l'eccitazione per la novità - alla realistica constatazione di una città che sta morendo, seppur con un bel garofano appuntato all'occhiello.
"La città nella città". Il non riuscire ad elaborare soluzioni concrete ed ampie (che probabilmente dovrebbero passare per considerare Trieste a scala metropolitana) fa puntare l'attenzione sul microcosmo, sul risolvere in una piccola porzione urbana le ansie del tutto e chissà perché sempre e solo ipotizzando sbocchi ludici e piccolo-commerciali. Esemplare il paragone con Genova, attratti dal fascino scenografico di isolati manufatti a forte valenza estetica.
La questione Trieste va affrontata in maniera profonda, tenendo conto di una realtà locale di più ampio respiro che non può non passare per una riforma degli enti preposti ad amministrane il territorio; forse anche mettendo in discussione l'esistenza di una limitata Provincia (in quanto ente) pressoché inutile, perché coincidente (o quasi) con la città stessa (14ott03).



Christina Sponza
www.riformatoripresidenzialisti.com
cell. 3356329385



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