ARRESTO BARAZZUTTI È CASO PARADIGMATICO DELLA IRRAGIONEVOLEZZA DELLE LEGGI PROIBIZIONISTE
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I RADICALI PROSEGUONO LA BATTAGLIA PER LA MODIFICA DELLA NORMATIVA SULLA DROGA, ANCHE A LIVELLO INTERNAZIONALE, CON LA DENUNCIA DELLE CONVENZIONI ATTUALMENTE IN VIGORE
Roma, 7 agosto 2003
"Lunedì sera è stato arrestato Stefano Barazzutti. Gli agenti del commissariato di Tolmezzo lo hanno sorpreso mentre irrigava alcune piantine di cannabis. Stefano Barazzutti non è stato arrestato nel corso di una iniziativa politica, a differenza di quanto è accaduto in questi anni in decine di azioni di disobbedienza civile condotte dai radicali, che hanno portato a sentenze, alcune passate in giudicato, spesso in contraddizione tra loro, nelle quali Marco Pannella è stato condannato di volta in volta a pene detentive o a multe, ma che hanno anche riconosciuto l’alto valore morale dell’aver violato una legge impossibile da applicare. Tuttavia la vicenda di Stefano-afferma Gianfranco Leonarduzzi membro dell'associazione Radicali Friulani- da anni attivo militante impegnato nella battaglia antiproibizionista, battaglia per tutti e non solo per se’, è paradigmatica di quanto accade nel nostro paese, della inadeguatezza non più sostenibile di leggi che considerano alla stregua di pericolosi criminali coloro che operano, in libertà e responsabilità , scelte individuali e spesso innocue (per le cosiddette “droghe leggere”, o non droghe, come nel caso di cui qui si tratta, è quanto sostiene la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità ). Eppure la stampa locale-prosegue Gianfranco Leonarduzzi- non si è sottratta alla morbosa tentazione di sbattere il mostro in prima pagina, la stampa locale si è affrettata ad attribuire alla notizia della scoperta di 22 (diconsi ventidue!!) piantine di cannabis, l'aureola della clamorosità , dello scandalo, tale da indurre il semplice lettore a identificare Stefano Barazzutti, come un trafficante sudamericano. Ed è la conferma, ancora una volta, ma in questo caso repetita juvant, che le denunce dei radicali trovano conferma in casi come questi, dove la stessa stampa e i mezzi di informazione censurano regolarmente non solo le iniziative antiproibizioniste, ma ogni informazione scientifica sul tema (comprese quelle sulle straordinarie proprietà terapeutiche della cannabis), sequestrando il diritto dei cittadini a conoscere per deliberare. E' un nuovo capitolo dell'offensiva proibizionista che nella nostra regione non ha mai dato tregua, si tratta di un offensiva viziata, poichè notoriamente, in terra friulana è molto diffuso l'uso e, il più delle volte l'abuso, del vino e altri alcolici, che peraltro pur provocando dipendenza, sono legali. Applicando la teoria o il sillogismo proibizionista, vorrebbe dire che tutti coloro che bevono un bicchiere di vino sono alcolizzati. E' ora di smascherare-prosegue Leonarduzzi- le ipocrisie del pensiero perbenista dei falsi paternalismi. La legge ingiusta verrà ora, come è giusto, applicata-conclude Leonarduzzi-e lo stesso Sostituto Procuratore del Tribunale di Tolmezzo, dott.sa Maria Elena Teatini, ha già preannunciato la richiesta di una condanna lieve, che escluda la detenzione in carcere. Dal canto nostro, quanto accaduto non fa che ribadire l’urgenza di rafforzare la mobilitazione antiproibizionista, insieme all'associazione Radicali Friulani, Radicali italiani, al Partito Radicale Transnazionale, alla Lega Internazionale Antiproibizionista, per la revisione delle convenzioni internazionali in materia di stupefacenti: a questo scopo, invitiamo tutti i cittadini a sottoscrivere l’appello relativo sui siti www.radicali.it, www.radicalparty.org www.antiproibizionisti.it., www.radicalifriulani.it"
GIANFRANCO LEONARDUZZI ASSOCIAZIONE RADICALI FRIULIANI
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