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OLTRE TRECENTO FIRME PER UNA GIUSTIZIA DELL'UMANITA' (Il Gazzettino- Pordenone)

6 gennaio 2002


SUL CARCERE

Trecento firme già raccolte a Pordenone, 11 delle quali nel sovraffollato carcere del Castello. «È una media molto alta rispetto al resto d'Italia. Ma, nonostante l'impegno, se non ci aiuteranno anche gli amministratori pubblici, sensibilizzando i cittadini, le nostre 25 proposte di legge referendarie non riusciranno a ottenere il quorum delle 50 mila adesioni entro febbraio».
Così l'europarlamentare europeo della Lista Bonino, Marco Cappato, ha inquadrato ieri sera, in una conferenza stampa al Bar Municipio, la mobilitazione dei radicali per «un programma di Governo liberale, liberista e libertario».
Con lui Stefano Santarossa e Gianfranco Leonarduzzi. Tra il pubblico diversi politici, compreso l'assessore provinciale Fernando Padeletti («che ci ha dato una grossa mano»).

Cappato, che ha "sperimentato" di persona le galere inglesi di Manchester per disobbedienza civile, ieri ha visitato le carceri di Trieste e Udine, raccogliendo altre 60 firme tra i detenuti. «Nel capoluogo giuliano - parole sue - abbiamo trovato una situazione migliore, anche se i problemi sono sempre gli stessi.
A Pordenone, prima di Natale, i carcerati erano 83 per 35 posti; a Trieste 224 a fronte di una capienza prevista di 190. Teoricamente dovrebbero esserci 3 agenti per ogni detenuto. Invece ce ne sono solo 107, con chiari problemi di vivibilità soprattutto per quanto riguarda i 24 detenuti che lavorano. Il 50\% dei carcerati sono extracomunitari di 12 diverse nazionalità».
L'europarlamentare ha poi indicato nelle politiche proibizioniste («come quelle delle leggi sul lavoro, sulla droga e sulla prostituzione») un «fantastico invito alla criminalità».
Per la raccolta di firme il radicale ha sottolineato le difficoltà tecniche legate alla mancanza di autenticatori: «Andrebbe realizzato una sorta di albo regionale, formato da consiglieri comunali o altri amministratori autorizzati a farlo, che si mettano a disposizione per questo essenziale servizio pubblico».
«Il 30\% dei detenuti - ha concluso - è formato da tossicodipendenti.
In carcere la droga circola liberamente, a dimostrazione che il proibizionismo non serve a vincere una guerra impossibile. Bisogna fermare la rissa politica per riflettere seriamente su una giustizia dell'umanità, partendo dalla drastica riduzione della carcerazione preventiva».


Pier Paolo Simonato


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