RADICALI, BATTAGLIA DAL CARCERE (Il Piccolo /pagina Trieste)
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Firme tra i detenuti per nuove leggi su giustizia, pensioni, sanità , libertà di ricerca
Una visita lampo al carcere del Coroneo dove, il prossimo sabato, i radicali inizieranno proprio tra i detenuti la raccolta firme per le venticinque proposte di legge d'iniziativa popolare. Una scelta voluta perché, secondo i promotori, «le carceri sono lo specchio del disagio in cui vive la società , nonché la testimonianza che il proibizionismo non paga».
Giudizi espressi ieri mattina, nel corso di una conferenza stampa, dal parlamentare europeo Marco Cappato e dal responsabile locale Marco Gentili. «Il Coroneo ospita 224 detenuti, su una capienza teorica stimabile in 190, e possiamo definirla una delle carceri italiane - ha detto Cappato - dove le situazioni sono buone. Gli agenti sono però 107, per un rapporto inverso dei tre per detenuto, e solo 24 reclusi sono lavoranti. Il 50% dei detenuti sono extracomunitari, appartenenti a dodici nazionalità diverse, con evidenti problemi di lingua, religione e mancanza di visite. Tra i 224 detenuti 50 sono tossicodipendenti. Questi dati - ha proseguito - dimostrano che i proibizionismi e le illegalità si abbattono sulle fasce deboli della popolazione». Iniziare la raccolta firme (ne servono 50 mila) nelle carceri diventa quindi un simbolo per parlare ad esempio di droga e prostituzione dove, secondo i radicali, sono le leggi proibizioniste «a produrre crimine» e andrebbe invece «legalizzata la prostituzione e le droghe, con la somministrazione controllata di eroina e la marijuana terapeutica». Vecchie battaglie radicali che vanno a sommarsi a quelle della giustizia. «In questo momento c'è la rissa e non la riforma della giustizia - ha spiegato Cappato - mentre noi vogliamo imporre il dibattito parlamentare. Il nostro programma può intercettare gli interessi, materiali e ideali, di vari gruppi sociali da contrapporre alla politica della rissa». L'obiettivo è di raggiungere in due mesi, altrimenti vanno perse le 15 mila firme già ottenute, le sottoscrizioni necessarie, per poi «raccogliere le maggioranze sociali». Poiché in Parlamento, a parte qualche deputato con doppia tessera, i radicali non sono presenti. «Se riusciamo a dibattere possiamo vincere» lo slogan di Cappato che, pur definendo moralistiche le parole di Berlusconi sulla «pulizia delle strade e la riapertura delle case chiuse», bussa alla porta del Cavaliere. Alla Casa delle liberta ma anche al Centrosinistra, «se saprà abbandonare il piagnisteo giustizialista». Le firme per quello che i radicali definiscono «programma di governo liberale, liberista e libertario» variano dalla giustizia alle pensioni, dalla riforma della sanità alle battaglie per eutanasia, aborto, adozioni e libertà di ricerca e terapia. Fino a questo momento è arrivato l'appoggio dell'Arci-gay su tutte le proposte «libertarie» (in primis le unioni civili tra omosessuali), ma la porta è aperta a tutte le forze politiche, specie a quei consiglieri comunali e provinciali che, grazie al loro mandato, possono autenticare le firme.
Pietro Comelli
06/01/02
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