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LETTERA APERTA DEL PARTITO RADICALE AGLI AMICI DELLA COMUNITA' EBRAICA

29 luglio 1999

Roma, 29 Luglio 1999

Diciamolo pure, sembrerà paradossale, ma al Parlamento europeo "i democratici" di ogni provenienza stanno dando contenuto politico al coordinamento tecnico, non alleanza, che abbiamo approntanto con il Fronte Nazionale di Le Pen, con i deputati del Vlaams Blok, il deputato della Fiamma Tricolore e i tre deputati della Lega Nord creando un gruppo tecnico di deputati indipendenti.

Dispiacerà ad alcuni amici, a Bruno Zevi, a Dario Cohen o Riccardo Pacifici, non sicuramente, come sembrano loro credere, a tutti gli amici ebrei, ma le iniziative censorie, antiliberali, inquisitorie e di stampo sovietico dei presidenti di gruppo a Strasburgo - che chiedevano il non riconoscimento di questo Gruppo Tecnico - e del Presidente della Commissione Costituzionale Giorgio Napolitano, della stragrande maggioranza dei membri della stessa Commissione, che ne hanno statuito la non conformità con il regolamento per manifesta non-affinità politica delle sue varie componenti politiche, non possono che confortarci nel perseguire la nostra iniziativa per assicurare, a tutti i deputati e, quindi non solo, ma sicuramente in primo luogo, a quelli più lontani di noi, il pieno esercizio delle prerogative parlamentari, senza discriminazioni di alcun tipo attraverso la costituzione di un gruppo tecnico in attesa che, con una modifica del regolamento, si crei finalmente al Parlamento europeo un gruppo misto.

Sono oltre trenta le discriminazioni politiche nei confronti di quei deputati che non si riconoscono nei gruppi delle burocrazie europee. I non iscritti oggi non possono presentare risoluzioni né emendamenti in aula, non possono porre interrogazioni orali, non possono presentare raccomandazioni, non possono chiedere che venga deliberata l'urgenza per alcune importanti questioni... Insomma sono completamente esclusi dall'attività politica dell'Assemblea che rappresenta i cittadini europei.

Inoltre, le prerogative parlamentari dei deputati non iscritti sono disciplinate dall'Ufficio di Presidenza, organo dove essi non hanno né diritto di voto né, cosa ancor più grave, diritto di essere ascoltati. Mentre alla Conferenza dei Presidenti, l'organo politico del PE, partecipano unicamente in veste consultiva.

A tutto questo, e solo secondariamente, si aggiungono le discriminazioni tecniche che vanno dall'impossibilità di avere un numero adeguato di funzionari che segua l'attività parlamentare a quella di non avere interpreti per le proprie riunioni.

Non è dunque una questione di soldi, come qualcuno ha affermato nei giorni scorsi: è una questione politica di difesa del principio di non discriminazione nei confronti delle minoranze.

Appare infatti chiaramente che il Regolamento attuale del PE viola una serie di principi generali che sono fondamentali per una democrazia: il principio di uguaglianza fra i deputati, affinché possano esercitare in modo paritario, politicamente e tecnicamente, il proprio mandato, ma ancor di più il principio dell'uguaglianza di tutti i cittadini-elettori (quelli di un Le Pen democraticamente eletto come quelli di un Soares democraticamente eletto), che devono essere rappresentati allo stesso modo.

Da questo punto di vista ci dispiace che siano proprio alcuni amici ebrei, che per secoli hanno vissuto discriminazioni spesso tragiche, ad avere meno capito quale fosse l'obiettivo che con questa iniziativa intendevamo perseguire. Per di più, da cittadini italiani, non ci risulta che questi amici abbiano mai avuto niente da ridire sull'esistenza del gruppo misto alla Camera dei Deputati e al Senato in cui, come si sa, convivono nel gruppo misto parlamentari di ogni provenienza politica. In altri Parlamenti, come per esempio la Knesset, è sufficiente un solo parlamentare per costituire un gruppo politico.

E non convince proprio per niente il loro argomento secondo il quale questa iniziativa poteva andare bene con qualsiasi forza politica, tranne che con Le Pen. Si' con l'ETA e con la Lega Nord oggi, oppure si' con l'estrema sinistra italiana o il pastore protestante Paisley ieri, ma mai con il Front National. Per noi radicali, la democrazia, le regole, il diritto sono tali quando vengono garantiti a tutti, senza nessuna distinzione.

Intanto la Commissione per gli affari costituzionali del Parlamento europeo, trasformandosi in tribunale d'inquisizione, ha richiesto lo scioglimento del "Gruppo tecnico dei deputati indipendenti", con le motivazioni esclusivamente politiche che prima abbiamo detto, calpestando un'altra volta il diritto e la legalità del Parlamento Europeo. Tutto questo con buona pace dei cosiddetti democratici. Va da sé che, per quanto ci riguarda, continueremo questa battaglia di diritto e di legalità al Parlamento europeo.



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