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Bonino: ma quale Europa, l'Unione non ha competenza
«AI ministro dico: evitiamo demagogia e soluzioni miracolisticheIl Trattato è chiaro, Bruxelles non ha potere su questioni migratorie»

• da La Stampa del 9 agosto 2004, pag. 5

di Jacopo Iacoboni

Non vogliamo delegare più poteri e competenze all'Unione, poi se c'è un problema politico che non possiamo affrontare nei singoli paesi sempre li ci rivolgiamo: a chi e più grande e dovrebbe proteggerci e tutelarci. Signora Bonino, il ministro dell'Interno Pisanu dice davanti a questo problema planetario "intervenga l'Europa".
"Siamo sempre alla ricerca di qualcuno che ci tolga la castagne dal fuoco, sempre alla ricerca della soluzione miracolistica. Però mai come oggi l'invocazione all'Europa è stucchevole, e persino demagogica. Il problema non si risolve passando da una scorciatoia, questa scorciatoia non esiste, né a Bruxelles ne altrove. L'immigrazione si arginerà, non si frenerà mai del tutto, solo affrontando le questioni poste da un mondo global e i drammi strutturali del sottosviluppo, favorendo la crescita economica dell'Africa centrale, sostenendo i diritti civili nei paesi da cui partono i flussi migratori e, se dio vuole, battendosi per far cessare gli spaventosi conflitti etnico-tribali tipo il Darfur.

In definitiva: stando ai fatti e cogliendo la portata esatta dei problemi. Che cosa è successo? Che sono sbarcati settanta uomini, e ventotto disgraziati sono morti. Ma io dico: le migliaia che finiscono in pasto ai pescecani, sempreché ne esistano ancora nel Mediterraneo?
Via, abbiamo costruito una potenza mercato di quattrocento milioni di uomini e ci spaventiamo per un centinaio di poveri di uomini che aspirano legittimamente a una vita meno orribile! Gli abbiamo dato la nostra tv, vedono tutti i giorni la Bbc, la Rai, Raffaella Carrà, anzi no, adesso le veline, e perché poi non dovrebbero desiderare una vita migliore da noi? "

Okay il fenomeno è globale e gli ultimi sbarchi solo un granello di sabbia: ma l'emozione che generano è sempre alta e i nostri nervi tesi, è estate, non ci fa neanche piacere vederci il morto a pochi passi dalla spiaggia.
"Già, sarà cinico dirlo ma ogni anno a ferragosto denunciamo come emergenza una piaga che è invece alla un dramma stabile della globalizzazione. Quindi per favore, al ministro suggerisco: non drammatizziamo; non confidiamo solo nella re pressione, non l'hanno fatto nemmeno gli Stati Uniti con il Messico; e soprattutto non cediamo neanche a presunte ricette miracolistiche del quattro e quattro otto. La strada per contenere, non porre fine ai flussi, è lunga e deve prevedere interventi strutturali".

Il richiamo all'Europa però potrebbe servire, se non altro perché sembra esserci una certa tendenza a scaricare i guai solo sul groppone dei paesi di sbarco, Italia, Spagna, Grecia. Per esempio la vicenda della Cap Anamur, una nave tutta tedesca, è stata giudicata ambigua non solo dal ministro.
"Facciamo attenzione. L'Europa non ha nessuna competenza in materia di immigrazione. E questo il ministro Pisanu dovrebbe saperlo bene, visto che fa parte di un governo che si fa vanto di aver contribuito in modo determinante alla nascita di quella che abusivamente viene chiamata Costituzione. Bene, quel testo che sarà firmato a Roma il 29 ottobre dice apertis verbis non è materia di competenza comunitaria. La politica agricola, la pesca, il mercato interno sì".

Esiste però la leva "umanitaria", e potrebbe essere utilizzata. Politica umanitaria e gestione delle politiche migratorie sono cose diverse, certo: però la Commissione con gli aiuti può agire.
"Ma quella e tutta un'altra questione, e del resto non è di questo che parla Pisanu. Lui chiede qualcosa su cui sono state già trovate decine di accordi, e cioè un controllo più stretto delle frontiere da parte degli stati di partenza. Lei dice la Commissione: e dal '95 che chiedo l'istituzione di un commissario i diritti umani, ma la negarono allora, non mi pare che mi daranno soddisfazione adesso, con la prossima commissione".

Almeno, con l'allargamento a est l'Europa una mano soluzione dell'immigrazione la dà: se non altro all'immigrazione dei vicini est-europei.
"Ma anche lì, ha notato con quanti limiti? Nell'accordo dei dieci paesi che sono appena entrati è immediata l'applicazione della libera circolazione dei prodotti, ma quella delle persone è stata rinviata a tre più due più due anni, cioè avverrà tra sette anni. Solo Inghilterra e Irlanda, e per ragioni proprie, hanno assicurato fin da subito la libera circolazione delle persone".

Bonino, se l'Europa, se il problema è strutturale, se le cause sono economiche, sociali, .spesso tragicamente etniche e persino belliche, che si fa, si alza bandiera bianca?
"No, si promuovono interventi strutturali per favorire le economie maghrebine e centro-africane.
E poi si propongono accordi tenendo conto non solo di ciò che serve a noi, ma anche di quello che serve al paesi da cui questi migranti partono. La settimana prossima il governo va in Libia e chiede: fate partire meno immigrati. E noi che diamo in cambio alla Libia? Li paghiamo? Che ci guadagnano loro? Tenga conto che per tutti questi paesi - 220 milioni di abitanti, tasso medio di crescita demografica tre per cento, crescita economica zero - le rimesse dall'estero sono il primo o il secondo cespite del prodotto interno lordo. In Egitto, dove mi trovo, i soldi mandati a casa dagli emigrati sono al livello della ricchezza data dai traffici nel canale di Suez e dal turismo. Insomma, non è che l'Egitto, o la Libia, abbiano così tanto interesse a tenersi la propria gente"



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