La denuncia della delegazione dei radicali ieri in visita alla struttura. Sono state raccolte le firme per il referendum sulla fecondazione assistita.
Tornano in carcere i radicali per raccogliere firme sul referendum per abrogare la legge sulla fecondazione assistita ed è successo. Sui 38 italiani presenti ieri al castello, 36 hanno firmato il quesito, una dichiarazione d'impegno che viene da un luogo sempre più inadatto ad ospitare un istituto di prevenzione e pena. "La situazione è ormai sotto gli occhi di tutti", afferma il referente dei radicali pordenonesi, Stefano Santarossa, alla sua terza visita nell'edificio di piazza della Motta. "Oggi (ieri per chi legge ndr) erano presenti 75 detenuti – ricorda – di cui 28 stranieri, 38 italiani e 19 nella condizione di semilibertà , mentre la struttura ne potrebbe ospitare solo 40. E' una palese illegalità , con la polizia penitenziaria che fa i miracoli per svolgere il proprio lavoro. Mancano gli spazi d'aggregazione e questi stessi detenuti oggi vivono con attesa le notizie su una presunta amnistia, un tormentone estivo che si esaurisce con le ferie, mentre la sofferenza, dentro il castello, rimane".Per i radicali la ricetta "è una riforma profonda dei criteri di carcerazione", mentre si prosegue verso un'altra strada, "come la legge Fini sulla droga – commenta Italo Corai – che rischia di portare in carcere altre persone con un metodo inappropriato".
Ritornando alle norme sulla fecondazione assistita, che vietano, ad esempio, la ricerca sulle cellule staminali embrionali, finora sono state raccolte circa mille 600 firme. "La maggioranza dei cittadini è con noi – commenta Santarossa – ma la gente va informata". E sul fronte referendario non mancano le polemiche. "Dei partiti che hanno aderito – sostiene – in provincia con noi si sono mossi solo Italia dei Valori e Rifondazione comunista. Credo che il segretario dei Ds, Fabrizio Venier, non sappia neppure per cosa si firmi. Da parte della sinistra non c'è mobilitazione, per cui dobbiamo sostanzialmente arrangiarci". L'ospitalità non è certo negata, come alla festa dell'Unità di Sacile, che si terrà dal 2 al 9 settembre, dove sarà presente una postazione fissa dei radicali "ma manca l'impegno diretto dei rappresentanti diessino e pure di molti altri". "Anche della lista "Il Fiume" – aggiunge Corai – a parte l'assessore Zanolin".
Nonostante ciò spuntano adesioni bipartisan, come quelle dei forzisti Matteo Rizzato e Ferdinando Padelletti, del leghista Alberto Scotti e di molti esponenti del nuovo Psi. La raccolta, però, non si interrompe. Banchetti radicali saranno presenti il mercoledì e il sabato mattina in piazza XX Settembre, il giovedì in piazzetta Cavour e venerdì sera a Sacile. "Invitiamo i cittadini – conclude Santarossa – a comunicarci le sedi municipali dove non si trovano i moduli in modo che possiamo intervenire e invitiamo tutti coloro che hanno firmato prima del 30 giugno a ritornare ai banchetti o nei Comuni per rifare la firma. C'è tempo fino al 30 settembre".