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Procreazione: una leggina mina il referendum

• da L'Indipendente del 26 agosto 2004, pag. 1

di Marco Cappato

Quando il Vaticano pretese l'urgente approvazione della legge sulla fecondazione assistita, il Parlamento italiano ubbidì diligentemente, senza che fosse approvato un solo emendamento, senza dibattiti televisivi e approfondimenti, senza grandi manifestazioni o girotondi. Una cosa è certa: il riflesso antireferendario e antiliberale della partitocrazia italiana sta lavorando attivamente per far saltare in modo trasversale e il più possibile clandestino l'appuntamento del voto popolare. La proposta depositata dai senatori di Forza Italia Antonio Tomassini e Laura Bianconi per modificare della legge 40 — proponendo una serie di modifiche nominalistiche — è il primo atto formale per tentare di evitare il referendum. Il contenuto della proposta va definito per quello che è: una provocazione sfrontata e grossolana, proprio sul tema di quella ricerca scientifica che rappresenta una speranza di vita di cura per dieci milioni di persone nel nostro Paese. Per mantenere la sacralizzazione dell'embrione di fronte alla condanna a morte dei malati, i due senatori infatti vorrebbero spacciare per realtà scientifica il cosiddetto "pre-embrione", addentrandosi in dettagli tecnici che farebbero impallidire i tentativi della Sacra Rota di occuparsi di sesso per annullare i matrimoni.

L'obiettivo politico dei referendum — sia dell'abrogativo totale che dei parziali — non sarebbe nemmeno scalfito dall'approvazione di un tale pasticcio. Anche da un punto di vista della giurisprudenza, è già appurato che modifiche che non superano l'obiettivo di una proposta referendaria non possono annullare la convocazione del referendum. E allora perché tanta attenzione? Perché ci sono giornali che hanno dedicato più spazio a questa roba che ai 50 premi Nobel in sostegno del presidente di Radicali italiani Luca Coscioni?

Temiamo che la ragione non si trovi negli sgangherati cavilli di questa e delle prossime leggine-truffa antireferendarie; non la troveremo nemmeno in quella che il Riformista di ieri si affrettava a celebrare come la "morte del polo laico", come se qualcuno si fosse aspettato che per costruire l'alternativa anticlericale e liberale in Italia bisognasse aspettare il consenso di Tomassini e Bianconi. La leggina antireferendum in realtà suscita attenzione anche da sinistra — con le aperture di Vannino Chiti e la soddisfazione di Castagnetti — perchè è funzionale a chi sgomita per salvare il potere vaticano dalla volontà popolare. Ci auguriamo che saranno in molti, dentro ai loro stessi partiti, a volerglielo impedire. Oggi, sul referendum, siamo a meno di 200.000 firme, è rimasto un mese per depositare le 500.000 necessarie. Invitiamo tutti a firmare.



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