In un messaggio rivolto all’entusiasta platea del meeting "ciellino" il Papa ha ripetuto il suo no alla clonazione parlando di manipolazione e di assenza di rispetto verso la vita umana, ma è ora di richiamare alle proprie responsabilità chi sostiene questa legittima posizione. Non vi sono dubbi sulla coerenza di sua Santità ma siamo sicuri che chi applaude, se "mangiato" da una micidiale e incurabile malattia, si rifiuterebbe di essere curato grazie a tecniche che prevedono il sacrificio di alcuni embrioni?
La legge 40 sulla procreazione assistita, oltre ad impedire che la più promettente via di cura per 10 milioni di malati cronici italiani venga perseguita, prevede la creazione di un registro, parallelo all’anagrafe e, quindi, incostituzionale, di tutti i nati grazie a tecniche di fecondazione assistita. Propongo, dunque, un ulteriore registro di chi si impegna fin da ora a rifiutare cure, per se e per i propri figli, che comportino il ricorso a clonazione a fini terapeutici.
I radicali, primi a battersi per l’obiezione di coscienza sul servizio di leva obbligatorio, non hanno ora nulla in contrario all’obiezione di coscienza di chi preferisce, a prospettive di guarigione, la scelta della malattia e della morte in nome della vita di ogni embrione. A questo proposito va ricordato che l’efficacia della riproduzione umana è pari al 25%: in media 3 embrioni su 4 muoiono comunque, naturalmente, per perdite embrionali, annidamento fallito, aborti spontanei, un vero e proprio massacro di vite umane secondo la concezione vaticana, superiore a qualunque guerra o terremoto.
Continua la raccolta delle firme in tutte le segreterie comunali e ai tavoli, chiunque abbia firmato prima del 1 luglio deve tornare a farlo visto il non raggiungimento della soglia di 500mila sostegni nei primi 3 mesi.
*le parti in grassetto non sono state pubblicate, la scelta del titolo è della redazione