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Noi nazisti da Nobel

• da Il Giornale del 10 settembre 2004, pag. 1/17

di Daniele Capezzone

Ho letto su "Il Giornale" di ieri il lungo articolo del mio amico Antonio Socci, tutto dedito a tributarci una ruvida lavata di capo, a rimproverarci un atteggiamento oltranzista e ideologico, e a contrapporci –nientemeno - la "cultura liberale, kantiana e giudaico-cristiana". Poi, scorrendo sempre il numero di ieri de il Giornale, ho avuto un piccolo brivido, perché uno degli esponenti, secondo Socci, della cultura –ripeto - "liberale, kantiana e giudaico-cristiana" (e cioè il Ministro Karl Giovanardi) ha ricominciato con i nazisti, le camicie brune, il dottor Mengele, e via disegnando scenari cupi, angosciosi, degni di un film horror.

Ora (a parte il fatto che il povero Kant non può difendersi…da cotanti difensori), lo scherzo è bello quando dura poco, come ci hanno insegnato da piccoli. E sarebbe bene che la si smettesse di trattare da nazisti non solo i promotori dei referendum, non solo i tanti cittadini firmatari dei quesiti, ma -insieme- i malati, le coppie sterili e la quasi totalità della comunità scientifica italiana e mondiale. Nazista Umberto Veronesi, per fare un solo esempio, che ha definito "infame" la legge italiana? Nazisti i 50 Nobel e i 2400 scienziati e ricercatori che sostengono la nostra battaglia? Nazista Tony Blair, nella cui Inghilterra vige la regolamentazione liberale che noi auspichiamo? Nazista Aznar, che, fino a quando ha governato in Spagna (come ora il suo avversario Zapatero) non ha osato vietare tutto quel che in Italia si sta ora proibendo? Suvvia, non esageriamo.

Quanto alla straordinaria notizia venuta da Pavia, con il piccolo Luca restituito alla vita e a serie, consistentissime speranze di guarigione, sarebbe bene che Socci e Giovanardi non seguissero la strada del Ministro Sirchia, impegnatissimo a mischiare le carte. Primo: se Luca è stato salvato, lo si deve ad un trattamento (fecondazione assistita, con esame preventivo degli embrioni, e selezione di quelli sani e compatibili) che la legge voluta da Sirchia vieta (in altre parole, se fosse stato per la legge italiana, Luca sarebbe tranquillamente potuto morire). Secondo: Sirchia, alla tv, è stato quanto meno reticente, disinformato e disinformante, perché, mentre indossava le penne del pavone per questo straordinario risultato, ometteva di ricordare questo "piccolo particolare", e cioè che la sua legge -ora- ha bloccato tutto. Terzo (e siamo al grottesco): la guarigione di Luca è avvenuta proprio grazie a ciò per cui Giovanardi ci ha dato dei nazisti. Qualcuno avvisi il Ministro per i rapporti con il Parlamento (d’ora in poi, per gli amici: Karl) che le cose sono andate proprio così. Tra l’altro, a Socci e Giovanardi non sarà sfuggita l’illuminante dichiarazione resa, su tutto questo, da Monsignor Elio Sgreccia, una delle massime autorità vaticane in tema di bioetica, il quale per un verso si è felicitato per la guarigione del piccolo Luca, ma subito dopo ha aggiunto che l’intervento è avvenuto secondo tecniche "vietate dalla morale". Come Rita Bernardini ha già fatto osservare, quindi, per monsignor Sgreccia sarebbe stato meglio che i genitori mettessero al mondo ("in modo naturale") chissà quanti bimbi (due, tre, quattro, sei?), attendere che ne nascesse (dopo quanti altri figlioletti talassemici…) anche uno sano, e poi -solo allora- farsi carico di curare Luca. A me pare che ciò non solo non sia liberale, ma neppure cristiano: e qui verrebbe voglia a me, dinanzi alle mostruosità pronunciate da Sgreccia, di evocare le camicie brune (su cui però Giovanardi ha il copyright).

Fuor di scherzo (anche perché, su questi temi, che determinano per tanti dolore, sofferenza e morte, c’è davvero poco da scherzare), io mi auguro che molti liberali del centro-destra, che molti riformatori levino alta la loro voce. Il Polo, la Casa delle libertà non può schiacciarsi su queste posizioni spietate e irragionevoli, già sconfitte tante volte in primo luogo dai cattolici italiani, che hanno sempre saputo distinguere tra le loro personali convinzioni e la necessaria laicità delle leggi dello Stato. E, anche per questo, invito tutti (in questi giorni decisivi) a firmare i nostri referendum. Cosa c’è di più saggio se non garantirci un anno di conoscenza e di dibattito in più, e dare poi la parola ai cittadini, al popolo sovrano?



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