Dal "Messaggero Veneto" cronaca di Udine
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Referendum, a Udine raccolte 7 mila firme
Oltre la metĂ durante Friuli Doc. Soddisfatti i promotori
Procreazione assistita
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Quasi 4mila firme raccolte nei quattro giorni di Friuli Doc. Una cifra da record che ha portato a 7 mila il numero totale delle adesioni al referendum per abrogare la legge 40 del 2004 sulla procreazione assistita nella provincia di Udine e a oltre 15 mila le adesioni in tutta la regione. Un dato che ha fatto sorridere l’ampio fronte laico composta da diversi partiti e sindacati che ha sposato l’iniziativa lanciata dal comitato di promozione del referendum istituito dai Radicali, il cui responsabile locale Gianfranco Leonarduzzi ha voluto sottolineare alcuni aspetti: «I numeri ci dicono che nella provincia di Udine c’è una sensibilitĂ particolare attorno a questo tema e che il referendum è uno strumento importante grazie al quale il parlamento e i deputati saranno investiti di una grossa responsabilitĂ : quella di tutelare gli interessi di un vasto fronte laico». Un fronte al quale fin dai primi mesi di aprile ha aderito il consigliere comunale dei Ds Alessandro Oria: «Lavorare insieme non è stato facile perchĂ© ognuno di noi è portatore di un interesse politico diverso, ma la cosa positiva è stata propria la volontĂ di superare 30 anni di incomprensione insieme ai “compagni” di un tavolo eterogeneo e nel contempo estremamente compatto».
A testimoniare l’eterogeneitĂ dello schieramento ha pensato Fausto Deganutti, consigliere provinciale di Fi: «Ho subito pressioni per non aderire a questo banchetto, ma come uomo ho subito condiviso il significato di quella che considero una battaglia di civiltĂ alla stregua di quelle compiute in passato per la legge sul divorzio e sull’aborto». Presente al tavolo anche Franceso Polesello, segretario provinciale dei Comunisti italiani e Rifondazione Comunista con il consigliere regionale Kristal Franzil che ha suggerito di compiere un ulteriore “sforzo ecumenico” per avvicinare al problema la componente cattolica e ha giudicato l’attuale normativa «una legge che viola la libertĂ di scelta delle donne, un imbarbarimento per la società ». Maria Marion, membro della segreteria della camera di lavoro della Cigl di Udine ha riassunto l’esperienza vissuta al banchetto per la raccolta delle firme: «Innanzitutto dobbiamo ringraziare gli assessori Nassimbeni, Malisani e Croattini e i consiglieri Oria, Castiglione, Misadariis, Rizzi e Marussigh, la cui presenza è stata importante e poi personalmente devo dire che stando al banchetto ho assistito a testimonianze toccanti che mi hanno confermato quanto questa legge sia ingiusta nei confronti delle donne dei bambini». Opinione condivisa e ripresa da Maria Cristina Carloni, responsabile regionale dei Ds per le politiche delle donne: «Questa legge invade il campo della morale e dell’etica, concetti che appartengono alla sensibilitĂ di ognuno di noi, per questo mi auguro che la nuova legge sia trasparente e lasci spazio ad un’etica dell’individuo».
Cristian Rigo
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Da “Il Gazzettino”
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Fecondazione, a Udine nel week end raccolte oltre quattromila firme
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Sono state circa 4000 le firme raccolte nelle giornate di Friuli Doc sui referendum contro la legge sulla procreazione assistita, come è stato illustrato ieri dai promotori nel corso di una conferenza stampa. L'evento, in una città affollata come non mai, rappresentava un'occasione d'oro per i sostenitori del no alla legge e non è stata sprecata.
Ma lo sforzo degli aderenti al Comitato non si è limitato solo a quel formidabile palcoscenico: in totale fino ad ora in provincia le sottoscrizioni sono tra le 7000 e le 7500: «Una percentuale tra le più alte d'Italia rispetto alla popolazione» è stato detto con soddisfazione.
Ma non è finita perchè c'è ancora tempo per il rush finale perchè fino a sabato i banchetti continueranno a essere in piena attività nelle collocazioni "strategiche" (sul sito www.radicali.it, dove si sta registrando un picco di accessi, c'è l'elenco dei tavoli, città per città , dove il cittadino può firmare). Il quorum si spera ormai oltrepassato ma "tutto quello che arriva di più è benvenuto". «I giorni che rimangono per firmare vanno usati fino in fondo» ha esortato Daniele Capezzone, segretario dei Radicali italiani.
Intanto oltre confine, in Slovenia, i centri non sono tenuti a rispettare le norme restrittive imposte in Italia.