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ROMA - Marco Pannella rilancia il dialogo con la Casa delle Libertà , che non è interrotto, «ma dipende da loro». Per esempio dall’atteggiamento sulla legge sulla fecondazione, contro la quale i radicali stanno raccogliendo, con successo, le firme per il referendum. Comunque mette un altolà : «Devono cessare atti di malgoverno». E avverte: «Perché si possano realizzare intese, occorrono due, tre o quattro chiare dimostrazioni» di interesse.
Onorevole Pannella, come giudica la posizione del ministro Prestigiacomo che intende correggere la legge sulla fecondazione?
«Il vero dibattito è falsato. Non stiamo parlando a livello scientifico di biologia, di bioetica. Il confronto è su altre cose: qual è il tipo di legge che scongiura i flagelli, anzichè provocarli. Quando l’aborto era proibito, ogni anno c’erano un milione e mezzo di aborti clandestini. Adesso, per colpa di proibizionisti ed eretici, ne abbiamo 150mila. Se riuscissimo a far passare alcune modifiche, li ridurremmo a 2-3 decine di migliaia all’anno. Lo stesso era per il divorzio: il divieto al divorzio regolamentato creava dei fuorilegge. Adesso abbiamo lo stesso problema sulla procreazione, anche per quella responsabile, assistita. Nella legge che vogliamo abrogare, su 45 articoli 35 cominciano con il termine ”è vietato”. Questo è un modo di legiferare che noi rifiutiamo».
Insomma, con la legge sulla procreazione siamo di fronte a una situazione simile a quelle di aborto e divorzio.
«C’è stata un’inchiesta: su 50 esponenti della classe dirigente italiana che, presumibilmente, hanno votato contro il divorzio, almeno 32 hanno usufruito del divorzio. Noi, magari, no. Se noi vinciamo, coloro che vogliono assicurarsi una procreazione, con molto amore, trovano dei mezzi che la scienza fornisce e la legge regolamenta. Lo scontro è tra chi vuole proibire creando gli immensi flagelli di mercato nero, come le mammane; e noi che vogliamo semplicemente assecondare le volontà libere e responsabili di concepire. Se vinciamo, non imponiamo assolutamente nulla a nessuno».
Che cosa risponde al vice-premier Fini, il quale ha esortato a non tornare al Far West?
«Lui viene dalla tradizione nella quale la democrazia era il Far West, quell’ordine era appunto etico. Diciamo che proprio noi che abbiamo cercato di puntare su una forza liberale, anche della destra italiana, ci troviamo a dire che vecchi demoni la stanno distruggendo. E sono quelle cose che vengono fuori attraverso Fini, così ragionevole, distinto e pacato a volte, e così fascista nei suoi ragionamenti adesso».
Voi state polemizzando con il centro-destra, quando, fino a pochi mesi fa, si ipotizzava di portare i radicali al governo.
«Scusi, a un dialogo e ad accordi politici. Ho subito chiarito che oggi, per noi, c’è piena disponibilità ad accordi politici e nessuna a far parte organicamente del governo o della Cdl, ma puntando su alleanze politiche precisate. Bondi e Gasparri continuano a dire che con i radicali vanno fatti accordi politici relativi a quelle tante parti possono veder confluire su posizioni liberali Cdl e radicali. Quindi economia, giustizia, un po’ ovunque, tranne che sui problemi dello Stato etico, dell’aggressione totalitaria e totalizzante».
Quindi il dialogo non è interrotto?
«Questo ormai dipende da loro. Esistono episodi di malgoverno dovuti a una ”conventio ad excludendum” che unisce l’opposizione ed il governo, di cui il governo porta maggiori responsabilità . Perchè degli accordi, delle intese possano, come ci auguriamo, realizzarsi, occorrono due, tre o quattro chiare dimostrazioni, che da parte del governo vengano a cadere questi atteggiamenti anti democratici, anti liberali e anti costituzionali. Nel ’99 Emma Bonino è stata espulsa dalla Commissione europea perchè troppo brava. Da allora, la storia si ripete: ogni giorno vengono fuori storie come quella sulla droga, sulla bioetica. Noi con tolleranza diciamo, ”se è così, ci confrontiamo su questo...”. Abbiamo avuto, in questi mesi, più difficoltà dai vertici della sinistra che da quelli della destra».