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Firme per i referendum: radicali in festa, la Cei attacca
FECONDAZIONE / «Successo storico». Domani consegna in Cassazione. I vescovi: clima antireligioso

• da Corriere della Sera del 29 settembre 2004, pag. 16

di Virginia Piccolillo

ROMA - Chiede di abolire completamente la legge sulla fecondazione assistita la maggior parte dei cittadini che ha firmato per il referendum. Non solo una o più parti. È questo il risultato che trapela dal primo, provvisorio, spoglio delle schede raccolte fino a ieri. Un doppio trionfo per i radicali che hanno superato di molte centinaia di migliaia le 500.000 firme necessarie ad ottenere la consultazione popolare. E già parlano di «successo storico». Proprio mentre scende in campo la Cei e lamenta un «clima antireligioso» alimentato dall’iniziativa. Monsignor Giuseppe Betori ieri ha dichiarato la sua «forte preoccupazione» a riguardo, rinviando il giudizio nel merito del referendum. Intanto i promotori festeggiano. Lo faranno a partire da oggi, al ritmo della jazz band di Carlo Loffredo, con un corteo gioioso che alle 16.30 partirà, a Roma, da Porta Pia e arriverà al vecchio Palazzo di Giustizia, sede della Corte di Cassazione, meta finale della maratona referendaria. Lì, per tutta la notte, attori, cantanti, esponenti politici e militanti, animeranno una veglia di attesa della consegna che verrà compiuta domani dai due comitati promotori. Quello di Luca Coscioni e dei radicali italiani, favorevole alla cancellazione in toto della norma, e quello a cui si aggiungono anche esponenti ds e di altri partiti per i quattro quesiti parziali.

I sostenitori della legge, però, non si danno per vinti. E si attrezzano per modificarla. «Chi ha delle idee le presenti in Parlamento», invoca il capogruppo dell’Udc Luca Volontè. Secondo il quale «siamo di fronte a una scelta: lasciare tutto come vorrebbero i radicali e cioè tornare al Far West, oppure tentare di migliorare la legge». «Vuole chiudere la stalla quando sono usciti i buoi» replica il repubblicano Antonio del Pennino.

A Firenze, nasce, ad opera del deputato Riccardo Migliori di An, il primo comitato per il «no»: «Noi siamo per una scienza al servizio dell’uomo - ha dichiarato ieri - e non contro l’uomo. Siamo invece davanti a una rivolta dei radicali contro i limiti etici e morali della scienza».

La Cei non entra nel merito delle scelte etiche prospettate dal referendum. Monsignor Betori ripete che è «prematura» una posizione ufficiale sia per un eventuale referendum abrogativo sia su una possibile modifica migliorativa in Parlamento. «Finché le firme non saranno validate - ha detto ieri - non ci esprimeremo». Da subito però stigmatizza la «polemica antireligiosa» che ha accompagnato in questi mesi la raccolta delle firme e il «travisamento di dati scientifici». «La nostra è lotta anticlericale non antireligiosa - replica Marco Cappato, segretario dell’associazione Luca Coscioni - il Vaticano si prepara a ingoiare il boccone amaro dei milioni di firme che saranno depositate in Cassazione».


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