Roma . Rush finale per i referendum contro la legge sulla procreazione assistita: oggi saranno almeno 100 i tavoli organizzati per l’ultimo giorno di raccolta delle firme. È l’obiettivo fissato dai radicali, mentre la campagna è alle ultime battute perché la consegna in Cassazione è fissata entro giovedì 30. Il segretario Daniele Capezzone ha lanciato un appello: «I radicali faranno la loro parte, ma occorre che le prossime ore siano scandite dall’annuncio, città per città , dell’apertura di decine e decine di punti di raccolta fino alla quota di almeno 100, e possiamo così sperare di tagliare il traguardo con grande slancio». Poi, toccherà alle operazioni tecniche: certificazioni, verifiche e consegna. In vista della maratona di oggi, i radicali , che già si preparano a festeggiare la chiusura della raccolta delle firme , fanno appello «ai consiglieri comunali e provinciali, agli assessori, ai sindaci, ai parlamentari di ogni schieramento, ai militanti liberali e democratici» affinché , ora dopo ora, affluiscano al numero 06-689791 (per poi essere pubblicati su www.radicali.it) gli annunci dei luoghi e delle ore della mobilitazione finale e straordinaria. Anche il Codacons ha lanciato un appello alla firma . E i comitati promotori dei referendum ricordano che in tante città sarà ancora possibile firmare, anche se , per consentirne l’immediata certificazione , potranno farlo solo i residenti. « Anche l’ultima firma è preziosa, perché il nostro traguardo è di andare oltre le 600 mila firme per ogni quesito, cioè 100 mila in più rispetto a quelle richieste per mettere al sicuro il referendum », ha avvertito Barbara Pollastrini, responsabile donne dei Ds, sottolineando che « c’è una consapevolezza diffusa che questa legge crudele vada riscritta. La strada referendaria si sta mostrando vincente e questi ultimi giorni non vanno sprecati » .
Le divisioni tra il fronte dei laici e quello dei cattolici si ripropongono in queste ore ancor più forti.La Chiesa si schiera contro il referendum. Agli antipodi, i radicali, che hanno proposto l ’ abrogazione della legge. Ma, tra due visioni contrapposte, si collocano altre posizioni.
A partire dal centrosinistra. Dopo l’avvertimento lanciato alla festa dei Comunisti italiani sull’inopportunità di un « referendum che dilanierebbe il Paese » , Prodi continua a ritenere che « la legge è cattiva, ma può essere migliorata e il Parlamento è la sede giusta per farlo » . I Ds hanno preso le distanze dalle posizioni di Prodi, sostenendo che la « via referendaria è stata finora l’unica possibile » , mentre Udeur e Margherita condividono la proposta del presidente della Commissione Ue. I Verdi di Alfonso Pecoraro Scanio sono per il referendum, perché « questo parlamento non è in grado di modificare quel pessimo testo » e sulla stessa posizione sono lo Sdi, Pdci, Rifondazione, Italia dei Valori. Nel frattempo resta aperta nella maggioranza l’ipotesi di una nuova legge.