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La storia che non si puo’ cancellare
Cattolici liberali

• da Il Giornale del 7 ottobre 2004, pag. 1

di Daniele Capezzone

L’Italia è un paese fantastico, ricco di sole, di mare, e - soprattutto - di ironia e autoironia: e a quest'ultima categoria deve senz'altro ricondursi il lungo intervento di ieri in cui Antonio  Socci si accampava a dar lezioni di laicità e liberalismo  a Marco Pannella e ai radicali. Proprio così: una bella  lezioncina su cosa è «laico» e «liberale» e cosa no, usando Popper come bacchetta (o come  mattarello: tanto, in entrambi  i casi, per le note ragioni, l'interessato non ha potuto  opporsi...). Ma - ripeto – deve essersi senz'altro trattato  di uno scherzo, di un pesce d'aprile fuori stagione del simpatico Antonio, che ha voluto mettere alla prova il suo e nostro senso dell'umorismo, e - più ancora - la nostra prontezza. Voleva vedere, insomma, se ci cascavamo o no, perché - diciamoci  la verità - «Socci laico e liberale» è un ossimoro; sarebbe un po' come dire - scelgano  i lettori - «il garantista Violante», o «il liberista Marco Rizzo», o «l'antiberlusconiano  Emilio Fede». Ecco, cose così, da sorriderci  sopra...

 

Del resto, in Italia, i maestri di liberalismo  non mancano davvero. Pensate a Veltroni  (il cui ultimo libro, non a caso, tanto è piaciuto al nostro Socci). Trenta e passa anni nel Pci, ma ora ti racconta che lui è anticomunista, anzi non è mai stato comunista, anzi è stato nel Pci proprio perché il  comunismo non lo poteva sopportare. E poi, via via, ti spiega l'America (da «vero americano»), i diritti umani (da «vero difensore  degli oppressi»), la fame nel mondo  (da «vero amico del Terzo Mondo», anche  se poi il Governo di cui è stato vicepremier  è stato quello che ha ridotto di più i fondi per i Paesi poveri...). Ma, comunque, una cattedra liberale da cui dare pagelle si trova sempre. Per la verità, tornando al mio amico Socci, l'impressione è che, da quando sono di  nuovo al centro del dibattito politico - anche  grazie alla campagna referendaria - temi  direttamente attinenti alle libertà personali  e di coscienza, lui sia - si direbbe a Napoli - «uscito al naturale». Non si contiene  più. E allora, ad esempio, ecco il libro sul Risorgimento italiano, riletto (attraverso  le lenti di Socci) come - nientemeno - fonte di tutte le sciagure dei centoquarant' anni successivi. Ed ecco la celebrazione di Pio IX, il Papa del Sillabo, il Papa tutto proteso, tra l'altro, a «tutelare» il popolo dalle  «insidie della conoscenza».

 

 lo credo che il buon Socci debba rassegnarsi  due volte. Per il passato, deve rassegnarsi  all'idea che è esistito un cattolicesimo  liberale, rosminiano, manzoniano, risorgimentale, fatto - spesso - anche di scomunicati, e che non può essere rimosso,  nonostante i suoi zelanti sforzi storiografici. E, per il presente, deve rassegnarsi all'  idea che esista un grande popolo di credenti  non fondamentalisti, che non sono disponibili  a confondere le loro personali opinioni con la necessaria laicità delle leggi  dello Stato. Come sul divorzio e sull' aborto, anche stavolta i cattolici italiani mostrano una maturità e una consapevolezza  che sorprende le gerarchie vaticane (oltre che il buon Socci): e tutte le (l/TESPRlMA) ricerche  (daIl'Eurispes alla Swg) confermano che la percentuale del 70% di favorevoli al nostro referendum sulla libertà di ricerca scientifica resta inalterata anche  in un «campione» di credenti, e addirittura  di credenti praticanti.

 

 C'è una storia d'Italia che Socci non può cancellare. Il  «Movimento per la vita» siamo  noi: proprio con la legalizzazione dell' aborto, infatti, gli aborti legali sono crollati del 44%, e quelli clandestini (dicono le stime  ufficiali) del 79%. E il flagello sarebbe definitivamente sconfitto se sulle tv (pagate  da tutti i contribuenti) ci fossero un pò di don Mazzi in meno, e un po' di informazioni  contraccettive in più. E tutto questo i credenti italiani lo sanno bene. Per questo, invito tutti a leggere il bel libro-inchiesta di Marco Politi sui cattolici italiani. Quel che ne emerge è un quadro con cui anche Socci deve fare i conti: dalla sessualità alla famiglia, dall'aborto alla contraccezione, ci sono sempre meno differenze ,nei comportamenti di cattolici e non cattolici (fenomeno largamente anticipato, del resto, da quel prato di Tor Vergata  pieno di preservativi - usati - ll giorno dopo il «grande Giubileo» dei giovani, con centinaia di migliaia di ragazzi che avevano  ascoltato il Papa, e poi... avevano fatto altro, diciamo così). Ma Socci, in quel bel libro di Politi, troverà anche un altro dato, sorprendente per  tanti ma non per noi. Secondo le ricerche di Politi, tra coloro che hanno recentemente  votato radicale, oltre il 33% segue la Messa  con regolarità. Non vorrei dare all'amico  Antonio una brutta notizia: ma di cattolici  liberali se ne trovano tanti, e proprio dove meno Socci se li aspetterebbe...


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