L’Italia è un paese fantastico, ricco di sole, di mare, e - soprattutto - di ironia e autoironia: e a quest'ultima categoria deve senz'altro ricondursi il lungo intervento di ieri in cui Antonio Socci si accampava a dar lezioni di laicità e liberalismo a Marco Pannella e ai radicali. Proprio così: una bella lezioncina su cosa è «laico» e «liberale» e cosa no, usando Popper come bacchetta (o come mattarello: tanto, in entrambi i casi, per le note ragioni, l'interessato non ha potuto opporsi...). Ma - ripeto – deve essersi senz'altro trattato di uno scherzo, di un pesce d'aprile fuori stagione del simpatico Antonio, che ha voluto mettere alla prova il suo e nostro senso dell'umorismo, e - più ancora - la nostra prontezza. Voleva vedere, insomma, se ci cascavamo o no, perché - diciamoci la verità - «Socci laico e liberale» è un ossimoro; sarebbe un po' come dire - scelgano i lettori - «il garantista Violante», o «il liberista Marco Rizzo», o «l'antiberlusconiano Emilio Fede». Ecco, cose così, da sorriderci sopra...
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Del resto, in Italia, i maestri di liberalismo non mancano davvero. Pensate a Veltroni (il cui ultimo libro, non a caso, tanto è piaciuto al nostro Socci). Trenta e passa anni nel Pci, ma ora ti racconta che lui è anticomunista, anzi non è mai stato comunista, anzi è stato nel Pci proprio perché il comunismo non lo poteva sopportare. E poi, via via, ti spiega l'America (da «vero americano»), i diritti umani (da «vero difensore degli oppressi»), la fame nel mondo (da «vero amico del Terzo Mondo», anche se poi il Governo di cui è stato vicepremier è stato quello che ha ridotto di più i fondi per i Paesi poveri...). Ma, comunque, una cattedra liberale da cui dare pagelle si trova sempre. Per la verità , tornando al mio amico Socci, l'impressione è che, da quando sono di nuovo al centro del dibattito politico - anche grazie alla campagna referendaria - temi direttamente attinenti alle libertà personali e di coscienza, lui sia - si direbbe a Napoli - «uscito al naturale». Non si contiene più. E allora, ad esempio, ecco il libro sul Risorgimento italiano, riletto (attraverso le lenti di Socci) come - nientemeno - fonte di tutte le sciagure dei centoquarant' anni successivi. Ed ecco la celebrazione di Pio IX, il Papa del Sillabo, il Papa tutto proteso, tra l'altro, a «tutelare» il popolo dalle «insidie della conoscenza».
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 lo credo che il buon Socci debba rassegnarsi due volte. Per il passato, deve rassegnarsi all'idea che è esistito un cattolicesimo liberale, rosminiano, manzoniano, risorgimentale, fatto - spesso - anche di scomunicati, e che non può essere rimosso, nonostante i suoi zelanti sforzi storiografici. E, per il presente, deve rassegnarsi all'  idea che esista un grande popolo di credenti non fondamentalisti, che non sono disponibili a confondere le loro personali opinioni con la necessaria laicità delle leggi dello Stato. Come sul divorzio e sull' aborto, anche stavolta i cattolici italiani mostrano una maturità e una consapevolezza che sorprende le gerarchie vaticane (oltre che il buon Socci): e tutte le (l/TESPRlMA) ricerche (daIl'Eurispes alla Swg) confermano che la percentuale del 70% di favorevoli al nostro referendum sulla libertà di ricerca scientifica resta inalterata anche in un «campione» di credenti, e addirittura di credenti praticanti.
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 C'è una storia d'Italia che Socci non può cancellare. Il  «Movimento per la vita» siamo noi: proprio con la legalizzazione dell' aborto, infatti, gli aborti legali sono crollati del 44%, e quelli clandestini (dicono le stime ufficiali) del 79%. E il flagello sarebbe definitivamente sconfitto se sulle tv (pagate da tutti i contribuenti) ci fossero un pò di don Mazzi in meno, e un po' di informazioni contraccettive in più. E tutto questo i credenti italiani lo sanno bene. Per questo, invito tutti a leggere il bel libro-inchiesta di Marco Politi sui cattolici italiani. Quel che ne emerge è un quadro con cui anche Socci deve fare i conti: dalla sessualità alla famiglia, dall'aborto alla contraccezione, ci sono sempre meno differenze ,nei comportamenti di cattolici e non cattolici (fenomeno largamente anticipato, del resto, da quel prato di Tor Vergata pieno di preservativi - usati - ll giorno dopo il «grande Giubileo» dei giovani, con centinaia di migliaia di ragazzi che avevano ascoltato il Papa, e poi... avevano fatto altro, diciamo così). Ma Socci, in quel bel libro di Politi, troverà anche un altro dato, sorprendente per tanti ma non per noi. Secondo le ricerche di Politi, tra coloro che hanno recentemente votato radicale, oltre il 33% segue la Messa con regolarità . Non vorrei dare all'amico Antonio una brutta notizia: ma di cattolici  liberali se ne trovano tanti, e proprio dove meno Socci se li aspetterebbe...