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Capezzone: Ballaman, niente fango sui Radicali

• da Il Giorno del 14 ottobre 2004, pag. 1

di Daniele Capezzone

Comprendo bene che il povero onorevole Ballaman sia in seria difficoltà: ha provato a fare il capofila dell'ennesima leggina-truffa a favore dei partiti; purtroppo per lui, tanti suoi elettori l'hanno saputo e l'hanno giustamente presa male; e ora il suo stesso partito lo sconfessa. Morale: lo sventurato deve tentare di cavarsela gettando fango proprio su chi sta cercando di fare pulizia.

 

Prendo atto, e lo avviso che sarà chiamato a rispondere in ogni sede di quanto ci attribuisce. Nel frattempo, sarebbe utile che ci raccontasse quanto accadde tra il '98 e il '99, quando fu proprio il tesoriere della Lega, Maurizio Balocchi, a coordinare le riunioni con tutti i tesorieri (tranne noi) per inventarsi nuove leggi-rapina.

 

1. E' falso che i radicali siano stati a favore della penultima, sconcia operazione di aumento dei soldi pubblici ai partiti: intanto, perché (come perfino il povero Ballaman dovrebbe sapere) non eravamo in Parlamento, e ben difficilmente, non avendo deputati o senatori, avremmo potuto appoggiarla o votarla. E poi perché, come tutti, ma proprio tutti i nostri avversari ci riconoscono, anche in quel caso (in solitudine -ahinoi- quasi assoluta) ci siamo mobilitati, fuori dalle Camere, da Radio Radicale e sugli organi di informazione che potevamo raggiungere, per denunciare l'ennesimo furto. Quindi, prima balla di Ballaman (che, come dice la parola stessa, richia di essere l'uomo della balla).

 

2. Seconda balla: Radio Radicale. Radio Radicale, per la sua trasmissione delle sedute parlamentari, ha una convenzione con Governo e Parlamento, che prevede un pagamento del servizio svolto 11 volte inferiore (ripeto: 11 volte inferiore) a quello che la Rai, in solo anno, ha speso per mettere in piedi la sua rete radiofonica parlamentare. E tanto è vero questo, che nessuna emittente privata ha scelto di concorrere con noi per contenderci il servizio: nessuno, infatti, ritiene l'operazione economicamente sostenibile.

E peraltro, su un piano più generale, noi vorremmo che il "modello Radio Radicale" fosse esteso a tuto il servizio pubblico: anziché dare più di 3000 miliardi di vecchie lire alla Rai per stipendiare 11mila  dipendenti, si faccia una gara aperta a tutti, e si affidi il canone (o porzioni di esso) a chi -pubblico o privato- mostri di poter svolgere il servizio migliore e al minor costo.

 

3. La nostra storia di radicali, che proprio grazie a "Il Giorno" ho potuto ricordare, è fatta -tra l'altro- di tre referendum (1978, 1993 e 2000) per abolire la vergogna del finanziamento. E ora vorremmo fare il quarto, per non darla vinta a chi ha truffato e tradito la volontà popolare. Poche storie, quindi: ci si faccia capire quali sono i partiti che vogliono tenersi stretto il bottino, e quali sono invece disposti a fare la campagna.

 

4. Quanto infine all'ultima palata di fango che Ballaman cerca (senza riuscirci) di buttarci addosso, voglio precisare che, fin tanto che queste sciagurate norme esistono, se un partito non fa la domanda, il bottino viene spartito tra gli altri: e quindi, cosa dovremmo fare?

 

 



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