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Caso Buttiglione, Berlusconi corra ai ripari

• da Corriere della Sera del 18 ottobre 2004, pag. 6

di Marco Pannella

Signor direttore, sono l'unico parlamentare europeo che abbia sostenuto prima e rivendicato poi il proprio voto di quel doppio "no" della Commissione libertà e giustizia del Pe che era stato indicato dal suo presidente Bourlanges come rifiuto della presenza di Buttiglione nella Commissione europea e che (tuttora espresso non si sa bene da chi) a scrutinio segreto ha poi avuto la maggioranza assoluta dei voti.

Il 27 ottobre, a Strasburgo, di nuovo a scrutinio segreto, si voterà la fiducia, o meno, al presidente Barroso e alla sua Commissione. Emma Bonino ed io, come la grande maggioranza del Gruppo liberale e democratico, avevamo sostenuto l'incarico a Barroso di costituire la sua Commissione. A meno di novità, che auspichiamo ma appaiono ormai del tutto improbabili, noi voteremo questa volta contro quella la fiducia. Siamo due su 732 deputati.

Ppe, Pse, Alde sono impegnati nella ricerca di un compromesso. Poiché si tratterebbe in sostanza di distribuire diversamente i portafogli, l'ostacolo non sembrerebbe insormontabile, ma si va scoprendo più arduo del previsto.

Il bailamme scoppiato in Italia è fondato su disinformazione e grossolani, gravissimi equivoci. Oltre alla Segreteria di Stato vaticana, una parte della nostra classe dirigente ha clamato sdegno, riprovazione, condanne a tutela dei valori laici che proprio noi avremmo tradito, promuovendo un linciaggio ideologico e anticristiano di Rocco e dei suoi fratelli. I più moderati sono stati, per la verità, proprio questi ultimi che, senza volerlo, si sono trovati a essere gli esecutori materiali del misfatto, con la mia sola, individuale collaborazione! Il problema e che questa esecuzione anticristiana, antilaica, incivile esiste solamente nelle teste che l'hanno denunciata. Veniamo al (mis) fatto.

Subito dopo l'audizione di Rocco, avevo già affermato il carattere ineccepibile delle sue risposte "assolutamente ligie alla funzione di commissario dell'Ue". Dinanzi alla confusione che riscontravo, mi sono rivolto al presidente Barroso con una "lettera aperta" che ho inviato ai presidenti in funzione della Commissione, del Consiglio, del Parlamento, ai 731 colleghi parlamentari europei; oltre che al presidente Ciampi e al presidente Berlusconi. Poi, il 12 ottobre, a tutta la stampa e alle radiotelevisioni italiane.

Ho qualche motivo di ritenere che questa iniziativa abbia avuto e abbia un qualche peso: sintetizzo qui i documenti a disposizione di tutti (già da tempo nei siti Internet radicali) su quel "tradimento dei laici" dei quali mi addoloro e mi onoro di essere imputato con Emma Bonino e i miei compagni radicali. Ai presidente Barroso mi sono rivolto per esortarlo a governare respingendo ogni pregiudizio ideologico, nel rispetto del comandamento volterriano e laico di tolleranza verso qualsiasi opinione, difendendone il diritto pieno a manifestarsi. L'ho fatto in nome di quel principio di opportunità al quale ho, dunque, reiteratamente richiamato lui, noi stessi, tutti.

Ho poi chiesto: è opportuno conferire la vicepresidenza a un rappresentante di un governo e di una personale scelta politica assolutamente di frontiera, rispetto alle realtà politiche e istituzionali di tanti dei 25 Paesi, governi e opinioni pubbliche, su temi e problemi politici e legislativi che li vedono schierati su posizioni addirittura opposte? Conferirla a un politico che come ministro, perfino in un Consiglio europeo da lui presieduto, ha compiuto e preconizzato concrete scelte di governo legislative, con giudizi criminalizzanti molti—e fra i maggiori — Stati e governi d'Europa, sino a bloccare con un veto proposte di sostegno ad aspetti importanti della libertà di ricerca scientifica? E, infine, non sarebbe opportuno interrogarsi su quali ricadute potranno avere, nei rapporti istituzionali e nell'opinione pubblica, scelte fatte dal ministro Buttiglione in una complessa vicenda anche penale, fondata o infondata che si riveli, del suo più stretto collaboratore ministeriale e politico?

Temo che le risposte per Barroso siano molto difficili. In realtà, alla base di tutta la vicenda, v'è Roma, più che Bruxelles. Per eliminare Monti, per continuare l'ostracismo contro Bonino, per scegliere proprio l'ottimo Buttiglione fra tanti, Berlusconi mi sembra proprio abbia fin qui malgovernato la vicenda. Ma in qualche modo la palla sta tornando nel suo campo. Se vuole, può ancora superare una situazione costosa e negativa sia per il governo italiano che per quello europeo e per l'immagine dell'Italia stessa. Son certo che potrebbe contare sull'aiuto sia di Barroso che di Buttiglione, anch'essi in qualche modo vittime più che beneficiari di una sua scelta.



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