Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
gio 25 apr. 2024
  cerca in archivio   RASSEGNA STAMPA
Il leader radicale merita una speciale attenzione da parte di noi clericali

• da Il Foglio del 19 ottobre 2004, pag. 3

Io veramente volevo soltanto insistere sulla Bonino, che sarebbe un commissario molto migliore di Buttiglione, e oltre tutto non mi piace quel Catone. il segretario del commissario designato. Ma non ho mai nemmeno lontanamente pensato di bocciare in modo illiberale un commissario per le sue idee personali e il suo credo, Dio ne guardi. Così ha parlato, anzi scritto, Marco Pannella nel Corriere della Sera di ieri, lunedì . Il che non solo gli fa onore, e di questa precisazione d'onore non dubitavamo, eravamo per così dire in attesa, ma gli riconferisce quello statuto di maestro in pratiche liberali che noi semplici discepoli non avremmo titolo per incrinare, a meno che non decida di pensarci lui stesso. Che Pannella sia di questo giornale un fidanzato per scelta, e non per convenzione, è noto e stranoto.

Forse bisogna aggiungere qualche parolina sul senso di un'antica amicizia e di un antico affetto che possono sopportare qualunque prova. Nell'immagine che ci siamo fatti di lui negli anni, Pannella non è un clericale, è direttamente un apostolo, un asceta digiunatore della modernità, un prete. Laico, certamente, e divorzista, abortista, sostenitore dei diritti di libertà della persona e delle donne e delle minoranze e degli omosessuali: tutti elementi e parabole di un apostolato che noi clericali condividiamo, così come condividiamo la libera e antica scelta pannelliana di stati-guida (si fa per scherzare) come l'America con il suo modello di democrazia e Israele con il suo modello di autodifesa da stato-guarnigione. Persino verso il Papa, che a volte come istituzione è oggetto dei suoi fulmini, il rapporto di Pannella è diverso da quello di un Giulio Andreotti, e più simile al nostro: Andreotti punta, ricainbiato, al reciproco uso di mondo tra poteri, mentre Pannella punta sulla comune devozione, sua e del Papa o dei papi, verso la "verità".

Abbiamo messo la parola verità tra virgolette perché è scorretto, secondo il mondo liberale un po' ottuso e dogmatico che ci circonda, anche solo menzionare la verità al singolare, ché sarebbe un ostacolo al dialogo tra le verità multiple e indifferenti. Ecco il punto: siamo radicali e clericali e pannelliani fino al punto in cui la verità si media con i diritti, ma senza annegarsi nel minestrone di una nuova ideologia dei diritti.

Il divorzio? Può essere meglio avere una sola famiglia, e praticare il peccato dell'adulterio, ma il diritto al divorzio non distrugge la famiglia tradizionale, per chi la scelga. Così per l'aborto, che è un omicidio da depenalizzare in relazione alla ancestrale e concreta libertà della donna di praticarlo clandestinamente, con orribili conseguenze su di lei e sulla società, ma resta un comportamento assassino. Poi c'è l'embrione, e quello è un altro discorso perché non sta per sbaglio di natura nel corpo della donna libera, lo fabbrichiamo noi con una tecnica che induce il desiderio di aver figli dalla tecnica, e allora eliminarlo in modo frettoloso è più crudele, oscurantista, medievale, per parlare la cattiva lingua degli avversari. Infine l'omosessualità, che è allegra e libera nei nostri intendimenti, finché però non diventa quell'ideologia che abroga il matrimonio tradizionale e il mandato, kantianamente difeso in base alla distinzione tra morale e diritto, del povero e simpatico (sì, ormai ci è perfino diventato simpatico) professor dottor onorevole Rocco Buttiglione.



IN PRIMO PIANO







  stampa questa pagina invia questa pagina per mail