Il Cav. va da Putin, si muove Mediobanca. Ecco che cosa bolle a Mosca
Mentre il premier Silvio Berlusconi si reca in visita da Vladimir Putin, Mediobanca avanza l'offerta d'acquisto dell'un per cento di Vnesthorgbank, la seconda banca russa (dello Stato per il 99 per cento). Putin intende procedere alla cessione dell'istituto a tappe del 50 per cento. Dunque l'uno per cento è il biglietto d'ingresso nei palchi di prima fila della Putinomics. Operazione con incognite, ma tale da oter dare a Mediobanca uno status internazionale. Sembra che anche Deutsche Bank intenda acquisire una quota della stessa banca: un'alleanza italo-tedesca che Jacques Chirac, ambasciatore colbertista della Francia, potrebbe invidiare.
La diplomazia di Berlusconi s'avvale dell'asse con gli Stati Uniti, ingrediente essenziale della linea putiniana. L'Italia, d'altra parte, è collegata alla Russia da un gasdotto Eni-GazProm e ci sono altri interessi petroliferi come il progetto di gasdotto Blue Stream che attraverserà la Turchia. Nella Putinomics la diversificazione dei rapporti cone le major del petrolio ha un ruolo primario e l'Eni appare un partner affidabile. Dal punto di vista italiano, la diversificazione degli approvvigionamenti di energia è altrettanto rilevante in termini d'aree di acquisto e prodotti. Abbiamo una preferenza per il gas, giustificata dalla mancanza di nucleare e dall'importanza della rete di distribuzione, che la Russia è in grado di soddisfare. Ma si tratta di valutare costi e benefici.
Per il made in Italy, poi, la Russia è mercato di grande interesse, erroneamente trascurato negli anni 90, nell'illusione che l'area dell'euro fosse un paradiso terrestre in cui i nostri prodotti avrebbero avuto sbocchi illimitati. L'Italia nel 2004 esporta in Russia 5 miliardi di euro, mentre importa per 9, grazie alla pesante bolletta energetica. Si può far di più, anche col progetto dei distretti, che decolla con cautela. Si stanno realizzando a Lipstek il distretto del bianco, con Merloni, e il siderurgico a Ekaterinburg con la Duferco. Sono in gestazione il distretto del legno a Mosca, con la Federlegno e quello "scarpe" a San Pietroburgo con l'Associazione calzature. Mentre l'Unicredito investe a Mosca nel leasing. Occorre una scossa e la politica può limitare le incertezze.