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Pannella-Ferrara, duello su Buttiglione
Dopo il varo della «lobby cattolica», confronto-scontro a Roma con il leader radicale.

• da Il Giornale del 9 novembre 2004, pag. 13

di Luca Telese

 E allora infilatevi insieme a noi in questo budello di sala stretta e lunga, stipata come una scatola di sardine, carte geografiche alle pareti, due podietti oratori che fanno un po' Ottocento, facce attente  e temi universali, diretta radiofonica  su Radio Radicale, Giuliano  Ferrara e Marco Pannella l'un contro l'altro armati in un «duello-spettacolo» organizzato dall'Associazione dei liberi, una formazione che, come spiega il direttore  del Foglio, «ancora non esiste» . E allora prestate orecchio, la strega cattolica, «la strega laica» , due amici-nemici, che dibattono fino all'ultimo respiro di Europa e di America, di fede e di laicità, di Buttiglione e di Irak.

 

 Il punto di partenza del dibattito, ormai è noto, è la contesa sulla  bocciatura di Rocco Buttiglione a commissario dell'Unione europea, ma poi il duello tra i due oratori  diventa l'innesco di una riflessione a 360 gradi. Ed è inutile dire che  con due istrioni di quel cali bro, anche le chiacchiere mentre si aggiusta il microfono diventano  scontro. Ferrara motteggia: « Marco, siediti, per carità di Dio!». E quello risponde: «Ma che fai, cominci subito con Dio? ». Ferrara comincia a parlare e il leader radicale gli si mette alle spalle, con un grande cartello bianco in cui c’è scritto: “La società di Mastro Titta”. Pannella ride e dice: “Sono un disturbatore”. E il  direttore del Foglio: “Se lui lo è, io lo sono due volte!”. Ma Ferrara mette  subito tanta carne al fuoco che si potrebbe discutere fino a Natale. L'esclusione di Buttiglione,  spiega, nel giorno dei «disordini religiosi in Olanda» e dell'assedio  americano di Falluja  una spia della debolezza dell'Europa. Crisi di valori, crisi di cultura, dimostrazione  che «c'è un problema grande come una casa, serve una nuova identità occidentale e serve che la costruiscano i liberali, altrimenti lo faranno i clericali  e saranno guai per tutti». lltono oscilla fra il drammatico e l'ironico, mentre argomenta Ferrara chiede: «Si può citare Ratzinger più che Vattimo?».

 

 La sala ride, il  direttore del Foglio quasi grida: «Sii si deve!». E Pannella, tagliandogli il momento oratorio: «Be' non ci vuole tanto, se non altro - perché è più intelligente». Pannella srotola il filo lungo delle battaglie laiche del passato in nome del quale il Partito radicale può difendere la laicità di oggi, Ferrara  tuona contro «il grande irresponsabile, José Luis Zapatero,  l'uomo che dice io non sono un leader, sono buon democratico, convinto che quello che la maggioranza  pensa sia la verità». ; Il leader radicale usa parole di scherno per «il coro di rane e di clericali che s'è levato in questi giorni», cita  il Guido Calogero secondo cui «il vero totalitarismo comincia anche  per noi in treno quando c'è uno che rompe le scatole e noi gli facciamo sì-sì capo, ma non lo stiamo ad ascoltare».

 

lileaSecondo Ferrara, la «defenestrazione» di Buttiglione è il simbolo di una nuova intolleranza che si fa «anticristiana» . Secondo Pannella, la Commissione è «un ufficio di collocamento  per ex democristiani» e la televisione italiana «è il luogo elettivo dei prelati, quello in cui agli ecclesiasti spettano più passaggi  televisivi che ogni membro del governo e il 37 per cento dei rotagonisti della ficrion sono preti, frati e santi». 

 

Ferrara racconta  che il grido di allarme contro la presunta offensiva clericale «è il frutto di una ben orchestrata confusione . E avverte: «Viviamo in un'epoca in cui noi, l'Occidente, giochiamo con il tema della libertà di professare il proprio credo  confondendolo in una lotteria politica  di serie B». Secondo il direttore  del Foglio la commissione europea  che non fece domande a Emma Bonino e non indagò sulle sue opinioni etiche personali non ha agito «per un complotto, per il gusto di mettere una stella gialla o di ordire una congiura. Io non mi sogno affatto di dire - spiega Ferrara - che la secolarizzazione trasformata in ideologia sia una moderna Inquisizione. Ma contro  Buttiglione è stato organizzato un trappolone, che neanche una piccola abiura dell'ex commissario  europeo è riuscita a recuperare».

 

 Pannella conclude dicendo: «Io non me la prendo tanto  con Buttiglione, quanto con i Buttiglionidi, con tutta quella corte  di editorialisti che dal mio amico Paolo Mieli a Ernesto Galli della Loggia ha cercato di farci credere che in Europa ci sia un esercizio attivo anticristiano».

 

Libertà e oscurantismo, laicità e fede, quando nel cuore della notte il dibattito continua, senza che voli una mosca, si ha come l'impressione che i due grandi duellanti divisi apparentemente  su tutto, solo per questo  discutere insieme, siano meno  distanti di quanto essi stessi non pensino.

 

 



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