Dopo il varo della «lobby cattolica», confronto-scontro a Roma con il leader radicale.
 E allora infilatevi insieme a noi in questo budello di sala stretta e lunga, stipata come una scatola di sardine, carte geografiche alle pareti, due podietti oratori che fanno un po' Ottocento, facce attente e temi universali, diretta radiofonica su Radio Radicale, Giuliano Ferrara e Marco Pannella l'un contro l'altro armati in un «duello-spettacolo» organizzato dall'Associazione dei liberi, una formazione che, come spiega il direttore del Foglio, «ancora non esiste» . E allora prestate orecchio, la strega cattolica, «la strega laica» , due amici-nemici, che dibattono fino all'ultimo respiro di Europa e di America, di fede e di laicità , di Buttiglione e di Irak.
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 Il punto di partenza del dibattito, ormai è noto, è la contesa sulla bocciatura di Rocco Buttiglione a commissario dell'Unione europea, ma poi il duello tra i due oratori diventa l'innesco di una riflessione a 360 gradi. Ed è inutile dire che con due istrioni di quel cali bro, anche le chiacchiere mentre si aggiusta il microfono diventano scontro. Ferrara motteggia: « Marco, siediti, per carità di Dio!». E quello risponde: «Ma che fai, cominci subito con Dio? ». Ferrara comincia a parlare e il leader radicale gli si mette alle spalle, con un grande cartello bianco in cui c’è scritto: “La società di Mastro Titta”. Pannella ride e dice: “Sono un disturbatore”. E il direttore del Foglio: “Se lui lo è, io lo sono due volte!”. Ma Ferrara mette subito tanta carne al fuoco che si potrebbe discutere fino a Natale. L'esclusione di Buttiglione, spiega, nel giorno dei «disordini religiosi in Olanda» e dell'assedio americano di Falluja  una spia della debolezza dell'Europa. Crisi di valori, crisi di cultura, dimostrazione che «c'è un problema grande come una casa, serve una nuova identità occidentale e serve che la costruiscano i liberali, altrimenti lo faranno i clericali e saranno guai per tutti». lltono oscilla fra il drammatico e l'ironico, mentre argomenta Ferrara chiede: «Si può citare Ratzinger più che Vattimo?».
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 La sala ride, il direttore del Foglio quasi grida: «Sii si deve!». E Pannella, tagliandogli il momento oratorio: «Be' non ci vuole tanto, se non altro - perché è più intelligente». Pannella srotola il filo lungo delle battaglie laiche del passato in nome del quale il Partito radicale può difendere la laicità di oggi, Ferrara tuona contro «il grande irresponsabile, José Luis Zapatero, l'uomo che dice io non sono un leader, sono buon democratico, convinto che quello che la maggioranza pensa sia la verità ». ; Il leader radicale usa parole di scherno per «il coro di rane e di clericali che s'è levato in questi giorni», cita il Guido Calogero secondo cui «il vero totalitarismo comincia anche per noi in treno quando c'è uno che rompe le scatole e noi gli facciamo sì-sì capo, ma non lo stiamo ad ascoltare».
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lileaSecondo Ferrara, la «defenestrazione» di Buttiglione è il simbolo di una nuova intolleranza che si fa «anticristiana» . Secondo Pannella, la Commissione è «un ufficio di collocamento per ex democristiani» e la televisione italiana «è il luogo elettivo dei prelati, quello in cui agli ecclesiasti spettano più passaggi televisivi che ogni membro del governo e il 37 per cento dei rotagonisti della ficrion sono preti, frati e santi».Â
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Ferrara racconta che il grido di allarme contro la presunta offensiva clericale «è il frutto di una ben orchestrata confusione . E avverte: «Viviamo in un'epoca in cui noi, l'Occidente, giochiamo con il tema della libertà di professare il proprio credo confondendolo in una lotteria politica di serie B». Secondo il direttore del Foglio la commissione europea che non fece domande a Emma Bonino e non indagò sulle sue opinioni etiche personali non ha agito «per un complotto, per il gusto di mettere una stella gialla o di ordire una congiura. Io non mi sogno affatto di dire - spiega Ferrara - che la secolarizzazione trasformata in ideologia sia una moderna Inquisizione. Ma contro Buttiglione è stato organizzato un trappolone, che neanche una piccola abiura dell'ex commissario europeo è riuscita a recuperare».
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 Pannella conclude dicendo: «Io non me la prendo tanto con Buttiglione, quanto con i Buttiglionidi, con tutta quella corte di editorialisti che dal mio amico Paolo Mieli a Ernesto Galli della Loggia ha cercato di farci credere che in Europa ci sia un esercizio attivo anticristiano».
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Libertà e oscurantismo, laicità e fede, quando nel cuore della notte il dibattito continua, senza che voli una mosca, si ha come l'impressione che i due grandi duellanti divisi apparentemente su tutto, solo per questo discutere insieme, siano meno distanti di quanto essi stessi non pensino.
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