Dibattito con Ferrara. Il direttore del Foglio: nessun movimento con Buttiglione.
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ROMA — Dopo la strega cattolica, cioè Rocco Buttiglione, è  la volta di quella laica ovvero Marco Pannella. Giuliano Ferrara ha chiamato il leader storico dei radicali a parlare a Roma di laicismo; di cattolicesimo; del "caso Buttiglione", bocciato in Europa dopo avere pronunciato quel giudizio sull'omosessualita (è peccato); del futuro dei neocon e dell'anima teocon. In sintesi di politica e valori. Pannella non si fa pregare e dice subito: "Io non temo i cattolici, cattolico era De Gasperi e ci sono stati molti cattolici fino a Prodi; io temo quelle posizioni controriformiste e violente che stanno uccidendo le libertà dei cattolici". "Temo- ha aggiunto Pannella- coloro che occupano le televisioni di Stato e coloro che fanno delle parole del Pontefice un fatto mediatico senza risposta”. Il  direttore del Foglio chiarisce che non intende aderire ad alcun movimento politico proposto da Buttiglione, quindi nessun futuro  teocon per Ferrara. Spiega che si è trattato di un equivoco Forse "c'era spazio per un equivoco”, ma dovrebbe a questo punto essere stato "diradato, almeno si spera”. Racconta che l'incontro di sabato scorso a Milano, peraltro affollatissimo, e quello di ieri sera sono nati "da tre telefonate a seguito di una chiara e trasparente campagna del Foglio contro la discriminazione illiberale di un cristiano e l'oscena pretesa di espellere la parola peccato" dal vocabolario morale distinto dalla politica di un credente. Punto".
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 E le telefonate erano una a Buttiglione, l'altra al direttore di "Tempi", Luigi Amicone, e a Marco Pannella "re del dialogo serrato e serio sulle cose che contano, per cominciare a interloquire nell'ambito del progetto di estendere dal giornale al dibattito pubblico alcuni dei temi implicati dalle guerre culturali in corso". Da Pannella un attacco anche all'appello che Ferrara ha lanciato dalle pagine del Foglio pro Buttiglione e alle adesioni ricevute.