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Duro attacco al candidato Ds Marcenaro
Regionali, la Margherita spacca il centrosinistra

• da La Stampa del 8 novembre 2004, pag. 49

La Margherita sferra un attacco frontale nei confronti di Pietro Marcenaro. Lo fa con l’intervento dei suoi massimi rappresentati ai vertici istituzionali, Antonio Saitta, presidente della Provincia, e Marco Calgaro, vicesindaco di Torino. Calgaro giudica sbagliata e controproducente l’apertura del leader Ds ai radicali, la prova che «Marcenaro non è un candidato utile a unire il centrosinistra». Saitta va oltre: «Sinceramente non vedo come Marcenaro possa essere visto come una valida alternativa ad Enzo Ghigo quando in questi cinque anni non ha fatto opposizione in Consiglio regionale». Se a questo si aggiunge la decisione di «presentarsi alle regionali con il simbolo ella Margherita e non con il listone unitario perché - come spiega il segretario Gianni Vernetti - «c’è la necessità di intercettare un voto moderato che fa fatica a riconoscersi sotto un’unica bandiera», allora si capisce come la strada di un’intesa nel centrosinistra sia in salita.

L’assemblea piemontese era stata convocata per ribadire con forza il sostegno a Gianfranco Morgando nella selezione interna al centrosinistra per individuare l’anti-Ghigo e per parlare di lista unitaria. Alla fine è arrivato un doppio schiaffo a Marcenaro che l’altro giorno nel corso della presentazione della mozione Fassino per il terzo congresso Ds aveva sottolineato la necessità di «avviare da subito il processo della Federazione e di riunire sotto un unico simbolo i partiti del listone». Idea bocciata praticamente all’unanimità dall’assemblea. Spiega Vernetti: «Servono politiche in grado di intercettare il voto di quei blocchi sociali legati alla Cdl e che oggi sono a disagio. Morgando è il candidato in grado di interpretare al meglio questa politica».

Vernetti glissa sull’apertura di Marcenaro ai radicali («Non è questo il nodo») forse perché alcuni mesi fa aveva avanzato un’analoga proposta. Per la maggioranza del partito, soprattutto per chi arriva dalle file dei popolari, il problema esiste al punto che Saitta si dice «scandalizzato da una simile proposta». Posizione ribadita da Morgando che poi sottolinea la necessità di trarre una lezione dal voto americano: «Dobbiamo evitare che sia la destra a trarre vantaggio dalla riscoperta dei valori tradizionali. Apriamo il nostro programma a soggetti territoriali interpreti di quei valori ricercando il minimo comune denominatore».

E Marcenaro? Il segretario Ds si dice «dispiaciuto della presa di posizione di Saitta anche se mi sembra un fatto isolato. In ogni caso gli riconfermo la mia stima». Per Marcenaro «la disponibilità al dialogo con i radicali fa parte di un ragionamento politico. Conosco le differenze programmatiche ma credo sia possibile anche individuare dei punti di collaborazione. Lo stesso discorso vale per la lista unitaria. Si tratta di punti su cui è aperta la discussione in tutto il centrosinistra e anche all’interno dei singoli partiti. Dobbiamo affrontarli con serietà».

Sul fronte opposto la Lega Nord ribadisce che l’alleanza a sostegno della candidatura di Ghigo è «ancora tutta da costruire». Lo spiega il leader piemontese Roberto Cota durante il congresso provinciale che ha eletto come segretario Stefano Allasia. Secondo Cota «è necessario tener conto di un’intesa complessiva a livello nazionale sulle riforme mentre in Piemonte è fondamentale approvare il disegno di legge sui call center e dare garanzie ai piccoli ospedali».



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