A Milano nasce la Consulta Laica tra liberali, repubblicani, socialisti e radicali .
La Casa Laica? A Milano si passa dalle parole ai fatti, ci si rimbocca le maniche e ci si mette all'opera. L' hanno chiamata Consulta laica, è un tavolo di confronto permanente stabilito tra i Radicali ltaliani, il Nuovo Psi ed i repubblicani del Pri, con la partecipazione degli attivisti del Partito Liberale. Yasha Reibman, ex consigliere radicale del capoluogo lombardo, sintetizza confermando che "Esiste sicuramente un humus comune", ma precisa che "lo stile radicale non è mai stato quello di unirsi ad altre forze". Ma di Milano non va fatto un caso nazionale, semmai uno stimolo. "La differenza milanese sta da sempre nel saper anticipare i tempi: a mio avviso, questa è un'area troppo importante e simbolica, che non ama differire all'indomani le cose che si possono fare oggi». Non da meno, Alessandro Litta Modignani, capogruppo radicale alla regione Lombardia, che precisa di essersi fatto carico di una iniziativa locale e di parlare a titolo personale.
Come è nata la Consulta laica?
Già da tempo i radicali, i socialisti del nuovo Psi, i repubblicani e frammenti dell'ex partito liberale si conoscono e si frequentano. Siamo culturalmente e politicamente vicini. Ma abbiamo deciso di fare di più. Non soltanto incontri episodici ma occasioni in cui strutturare un tavolo vero e proprio, cioè un luogo di elaborazione politica permanente.
Avete già fatto un percorso comune...
Abbiamo condotto insieme battaglie ed impegni importanti, il primo dei quali è stato quello della battaglia comune dei laici sul referendum, ed ora la difesa dello stesso dai tentativi della consulta di inficiarne gli straordinari esiti.
E la prospettiva?
Abbiamo parlato a 360 gradi: prendendo in considerazione tutti gli scenari possibili, abbiamo fatto una disamina di tutte le opzioni stabilendo che ci saremmo incontrati, conferendo un minimo di ufficialità a questi incontri. Non è affatto esclusa l'ipotesi di presentare una lista congiunta alle elezioni della Lombardia.
Su quale forza elettorale possono contare i radicali?
I radicali nella regione Lombardia sono appena sotto 113 percento a livello regionale, mentre su Milano città siamo appena sotto il cinque percento, stando ai dati delle ultime elezioni europee. Insieme ai socialisti, ai liberali e ai repubblicani, potremmo arrivare ad un risultato realistico tra l'8 e 1110 %dei consensi regionali.
Ha trovato delle resistenze alla sua iniziativa presso repubbicani e socialisti?
Purtroppo si, perché loro non trovano il coraggio di presentarsi in forma autonoma rispetto alla Casa delle Libertà . Lo scetticismo mio e di Marco Pannella consiste proprio nel temere che costoro non riusciranno a rompere con il centrodestra nè a Milano nè a Roma.
Cosa l'ha spinta a promuovere questa iniziativa?
Rispetto alle elezioni regionali dell'anno prossimo, un piacerebbe molto che tutti i laici, e comunque tutti i coraggiosi che non scelgono tra Cdl ed Ulivo, si aggregassero insieme con noi per offrire un'alternativa agli elettori delusi dagli uni e dagli altri. Ci vuole la forza e il coraggio di rompere gli indugi, di rompere con gli schemi del passato. Ho il timore che noi radicali da soli potremmo non riuscire ad arrivare altre per cento.
Dal recente congresso radicale le sembra emergere una maggiore distanza con il centrodestra?
Le distanze tra i radicali e l'operato del governo Berlusconi sono del tutto evidenti, e troppe sono le cose del governo di centrodestra che non ci sono piaciuto. Ma non possiamo restare nell'isolamento. Noi radicali dovremmo saperci interrogare a fondo sulla via d'uscita da questo isolamento.
I radicali seguono una tendenza di crescita?
I Radicali in questo momento sono più forti di sei mesi fa, con la titolarità di un referendum in mano. Potremmo davvero scardinare gli equilibri politici attuali, malgrado questo isolamento. Il quadro potrebbe cambiare con la chiamata alle urne del referendum: l'esito potrebbe terremotare l'intera politica italiana.