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Pannella: Il Presidente vada fino in fondo
Berlusconì poteva intervenire, ma ormai è diventato lo yes man di alcune parti della sua maggioranza

• da L'Unità del 25 novembre 2004, pag. 2

di Wanda Marra

Il Presidente Ciampi dovrebbe assumersi la responsabilità di esercitare il suo potere e concedere la grazia a Ovidio Bompressi, nonostante l'opposizione di Roberto Castelli. Secondo Marco Pannella la situazione di conflitto che si è creata tra il Presidente della Repubblica e il ministro della Giustizia potrebbe, anzi dovrebbe, risolversi in maniera semplice. E la posizione che esprime adesso è la stessa che lo portò allo sciopero della fame della sete.

Ciampi vuole concedere la grazia a Bompressi, e Castelli lo ostacola: si replica la situazione della grazia a Sofri?

Il Presidente della Repubblica è indotto e costretto ormai da anni a compiere passi tecnici invece di difendere e affermare i suoi poteri e doveri. L 'errore sta proprio nel fatto che il Presidente è stato indotto a compiere questi atti, che lo mettono in situazioni contraddittorie e pregiudicate. Oggi per esempio il ministro Castelli ha dichiarato di non potere preparare il decreto di concessione della grazia, come gli è stato richiesto, perchè non è d'accordo. Poco meno di un anno fa l'operazione detta Boato come noi avevamo avvertito andò nella direzione opposta a quella che il Presidente voleva. Tre mesi dopo con l'inizio del mio sciopero della sete Ciampi dichiarò pubblicamente di aver richiesto al Ministro di compiere una serie di atti e mandarglieli: gli sono stati mandati dopo 6 mesi, e questo è già sintomatico. Siamo in un momento in cui manifestamente la tattica dilatoria imposta dalle presidenze della Repubblica ai presidenti della Repubblica in tema di volontà di esercizio del potere da parte del Presidente li mette sotto itinerari profondamente sbagliati perchè se tutto è rimesso alla Corte Costituzionale passeranno ancora trimestri se non di più di una sceneggiata in qualche misura oscena.

Ma cosa dovrebbe o potrebbe fare il Presidente?

Una riforma del 1989 ha stabilito che il Presidente può essere investito e esercitare il suo potere di grazia a prescindere dalla richiesta del condannato o dei suoi rappresentanti, o dalla proposta di chiunque, a cominciare dal Ministro. Oggi, non c'è più la necessità di un ministro proponente. A questo punto la tesi di Manzella, Amato e molti altri dice che la controfirma richiesta dalla Costituzione al ministro di Giustizia non è quella prevista dall'articolo che riguarda il ministro proponente, ma si tratta di un mero atto dovuto. Il Presidente è indotto dai suoi consiglieri a un gravissimo errore sia rispetto al potere di cui è titolare, sia alla sua volontà soggettiva. La cosa è grave nel senso che se come sostengono Amato, Manzella e gli altri la controfirma è un atto dovuto e non l'espressione di un potere misto bisogna percorrere fino in fondo questa strada, fino all'illecito penale del Ministro.

Ma non siamo allo scontro istituzionale?

E’ chiaro che c'è uno scontro tale tra Ministro e Presidente che il Governo ne è investito, mentre il Presidente del Consiglio finge di ritenere che non può fare nulla. Berlusconi sarebbe potuto intervenire da tempo, ma mezza An e la Lega non vogliono che lui lo faccia. Il Presidente del Consiglio sta diventando lo "yes men" di parti della sua coalizione, le parti meno aggiornate di An, e della Lega che continua a proporre atti poco costituzionali o poco rispettosi delle leggi, oltre che dei buoni rapporti istituzionali.

Come ha fatto diversi mesi fa, lei potrebbe scegliere lo sciopero della fame e della sete anche questa volta?

Il mio problema è del tutto irrilevante. Uno difende posizioni e obiettivi a seconda dell'evolversi delle situazioni. Bisogna chiarirsi quali sono questi obiettivi e queste ragioni. E innanzitutto esigere che si faccia chiarezza. Capire perchè il Presidente della Repubblica è indotto a ritenere che noti stia a lui scegliere o non scegliere.

 

 



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