Dalla Crimea a Kiev. Problemi e umori della popolazione, delle minoranze e del nuovo presidente del paese
 Ucraina. A elezioni ormai concluse comincia a calare l'attenzione della comunità internazionale verso il paese nel quale la sola Unione Europea ha inviato l2mila osservatori. Per vegliare sulle difficili presidenziali che hanno infine portato alla vittoria di Viktor Yushenko, leader riformista e filo occidentale. Di ritorno dai seggi di Kiev anche un giovane membro della giunta dei Radicali italiani e del segretariato generale dell'Organizzazione delle nazioni e dei popoli non rappresentati: Nicola Dell'Arciprete. Che ci racconta i retroscena di questa terza tornata elettorale, l'umore della gente di Kiev delle periferie del paese e delle sue minoranze. Soffermandosi sul problema della governabilità .
Â
 Chi si è fitto carico dell'organizzazione della supervisione elettorale in Ucraina?
La supervisione elettorale è stata coordinata da Enemo, un network di organizzazioni di cui fa parte anche "Freedom House” che collabora con il Partito Radicale nella campagna per la "Community of democracies" delle Nazioni Unite. Noi siamo stati invitati a partecipare da "Freedom House" e da movimenti nonviolenti come il Tora, che nei mesi precedenti la campagna elettorale ha organizzato iniziative non violente di opposizione al regime come il campo nella piazza di Kiev, ed ha attivato militanti in diverse città per scovare eventuali frodi. Accanto a questo c'è stato ovviamente l'intervento di organizzazioni internazionali come l'Osce. Che mobilitava però membri del governo piuttosto che rappresentanti della cosiddetta "società civile".
Â
Avete registrato brogli nelle ultime elezioni?
No. Non abbiamo riscontrato nessun tipo di irregolarità a Kiev e nella regione circostante. E questo grazie al lavoro svolto dalle ong e dagli osservatori nelle precedenti consultazioni, che è servito a formare i presidenti di seggio e tutto il personale incaricato di vegliare sullo svolgimento delle elezioni.
Â
Si può dire lo stesso per le aree periferiche?
Brogli e le irregolarità si sono verificati nelle regioni orientali e in Crimea. Che restano tuttora aree molto calde. In Crimea poi c'è per anche un problema etnico: il 25% della popolazione discende dai tartari che furono perseguitati da Stalin nel '44 e che oggi sostengono Yushenco. Con loro convive una maggioranza russofona, compatta e vicina a Yanucovich anche in funzione antitartara.
Â
Finite le elezioni, che cosa si aspetta l'Ucraina dal suo presidente?Â
Il problema principale di Yushenko dopo queste elezioni è quello di non deludere le grandissime aspettative del popolo. Che si aspetta dei cambiamenti sostanziali. L'atteggiamento dei tartari di Crimea è in questo senso una cartina di tornasole: loro mi hanno infatti spiegato che sostengono Yushenko, pur non condividendone in pieno l'idea politica, perché sperano in un avvicinamento all'Europa e agli standard di protezione delle minoranze europei. Per loro questo sarebbe un passo avanti rispetto ad una situazione che poteva peggiorare con la vittoria di Yanucovich. Vedere come cambia la situazione di queste minoranze sarà un indicatore del rinnovamento effettivamente prodotto da Yushenko.Â
Â
 Quali sono i maggiori ostacoli alla governabilità del paese?
Ancora non è chiaro se la riforma costituzionale sarà implementata totalmente o subirà un blocco. Molto dipende dai negoziati fra i vari gruppi. L'Ucraina è infatti un paese che non ha veri partiti e dove la politica è gestita da potentati personalistici. Creare una coalizione fra vari potentati su alcuni obbiettivi mi sembra la priorità su cui Yushenco dovrebbe puntare. Questo in un clima che rimane molto teso: soltanto tre giorni fa è stato infatti ammazzato il ministro dei Trasporti che avrebbe potuto passare dal campo di Yanucovich a quello di Yushenco.
Â
La comunità internazionale può sostenere il popolo ucraino?
La scorsa settimana alcuni tartari dicevano di temere che Yushenko si trasformi in un Gorbaciov Perché si sta accreditando di fronte alla comunità internazionale come il padrino della nuova Ucraina democratica ma se non dovesse apportare cambiamenti gli ucraini vedrebbero indebolito il loro diritto a fare appello alla comunità internazionale, che potrebbe rispondere: ma adesso c'è Yushenko...
Â
Che aria si respirava nelle piazze, tra la gente, durante questa elezione?
Diversa a seconda delle regioni. A Kiev c'era aria di festa, la maggioranza della popolazione era filo Yushenco e portava addosso qualcosa di arancione. In Crimea il clima era teso e la popolazione, tranne la minoranza tartara, era in prevalenza a favore di Yanucovich.