"Mentre le cliniche  di altre città  chiedono di essere rifornite del farmaco RU 486, a Udine il direttore  del policlinico universitario conferma i nostri timori rispetto all'introduzione della pillola abortiva. Le dichiarazioni del dott. Marchesoni rilasciate al quotidiano locale Messaggero Veneto, obiettore nei confronti dell'aborto, riflettono l'atteggiamento di ambiguità  e ipocrisia che pervadono il direttore della clinica di Udine. Non vi è alcuna limitazione legislativa sulla possibilità di utilizzare metodi farmacologici in alternativa a  quelli chirurgici per le previsioni della legge 194. Invece di  accusare l'impianto legislativo, al punto da suggerire misure restrittive, dovrebbe pensare alle conseguenze che un'atavico suo pensiero porterebbe a costringere le donne a un costoso pendolarismo verso gli alri paesi europei dove l'uso del farmaco è ormai consolidato. Marchesoni inoltre, pur di non venir meno al precetto religioso, affronta la questione dei consultori seguento  la proposta del  del card. Ruini cioè quella di aprire le porte dei consultori ai crociati di cielle,  così da completare l'ingerenza clericale anche nei luoghi più intimi della donna."
Gianfranco Leonarduzzi  del Comitato Nazionale Radicali ItalianiÂ