"Più che l'intento di rinnovamento programmatico che dovrebbe qualificare il futuro dell'amministrazione provinciale, oggi conta la preghiera di lode e devozione verso l'autonomismoe il friulanismo. E' diventato l'oggetto di culto più  adorato in questo primo scorcio di campagna elettorale, l'icona , il simbolo. Mentre le problematiche della provincia sono ormai inderogabili, assistiamo alla convocazione di continue novene. E' bene essere chiari  poichè La Rosa nel Pugno non nasce come forza politica di ratifica o di semplice testimonianza , il progetto politico che perseguiamo è quello delle riforme radicali  che  una visione egocentrica dell'autonomismo impedisce. La nostra partecipazione alle provinciali non  ha alcun senso politico se non vi è una svolta, in senso di contenuti liberisti, a partire da una robusta limitazione di quelle convenzioni pubbliche inutili che servono solo  per salvaguardare un oggetto di culto come la lingua friulana. Le urgenze sono sotto gli occhi di tutti, o vi è una svolta  modernizzatrice, di sostegno alla legge Bertossi per esempio, all'introduzione di buoni scuola, alla riforma del centro  di aggiornamento per l'impiego, oppure  questa provincia  dovrà accontentarsi di un  inutile lifting elettorale.Â
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Gianfranco Leonarduzzi Membro del comitato nazionale Radicali Italiani.