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Marco Cappato su Luca Coscioni

Roma, 20 febbraio 2006

• Dichiarazione di Marco Cappato, Segretario dell’Associazione Luca Coscioni

Abbiamo chiamato stamane a casa di Luca e Maria Antonietta Coscioni per la riunione telefonica che o ogni mattina facevamo con loro, che Luca seguiva con attenzione anche sull’organizzazione quotidiana di una lotta che è stata la sua vita degli ultimi anni. Abbiamo sentito le voci dell’emergenza in corso. Pochi minuti dopo, Maria Antonietta ha informato Marco Pannella della morte di Luca.

Proprio ieri Luca era appena intervenuto – clandestinizzato e censurato una volta di più – al congresso mondiale per la libertà di ricerca scientifica, coronamento di una battaglia cresciuta grazie alla sua forza e alla sua intelligenza, ed aveva seguito tutti i lavori, con quella passione che gli consentiva ogni giorno di non soccombere a quella malattia terribile che gli aveva quasi completamente paralizzato il corpo.

Per come ha vissuto, per i periodi neri dai quali a volte abbiamo temuto non riuscisse a riprendersi, per il leader che è stato sempre di più, lo voglio ricordare innanzitutto per come è stato cacciato, espulso, dai vertici della politica ufficiale nel nostro Paese, dalle elezioni politiche del 2001, dalla nomina governativa del Comitato nazionale di Bioetica, dalle regionale dell’anno scorso, e per come invece lo hanno onorato del loro sostengo 100 Premi Nobel di tutto il mondo, decine di migliaia di persone che in questi anni lo hanno sostenuto con parole, denaro, opere, idee, speranze.



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