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Casali: “Mettersi tutti insieme… ma per fare che cosa?”
VIAGGIO NEL MONDO RADICALE / 11 – Il presidente del Comitato nazionale motiva il suo scetticismo sulla Casa Laica

• da L'Opinione del 31 luglio 2004, pag. 2

di Vittorio Pezzuto

Si chiama Werther Casali il presidente del Comitato nazionale di Radicali Italiani, forse l’unico organismo di un partito italiano a riunirsi con la regolarità prescritta dallo statuto. Iscritto al PR dal 1974, questo pubblicitario riminese specializzato nella comunicazione integrata si definisce a ragione "un anziano frequentatore di marciapiedi". E in effetti non c’è campagna referendaria, digiuno, sit-in o manifestazione che in questi trent’anni non lo abbia visto attore di prima linea. Si può così comprendere il suo scetticismo quando osserva che "quello del Polo laico è un ritornello ben conosciuto. Ogni volta ci tocca fare sempre la medesima obiezione: un soggetto politico del genere non può essere un mero movimento di opinione laica (altrimenti faremmo sempre il tutto esaurito) ma semmai una vera e propria officina in grado di produrre concreta politica laica. Si tratta di una differenza fondamentale. Per questo i loro proponenti non possono prescindere da Marco Pannella, Emma Bonino e i radicali tutti: e cioè dagli unici che hanno continuamente fatto - ripeto: fatto - politica laica in questo Paese.

E’ quindi da escludere anche stavolta la nascita di una Casa Laica che oltre a voi riunisca socialisti, liberali e repubblicani?

Si tratta di un progetto irrealizzabile fino a quando nel nostro sistema elettorale resteranno corposi scorie di tipo proporzionalistico. Parliamoci chiaro: alla fine questi possibili azionisti della Casa Laica hanno sempre continuato a vivere di rendita, forti di simboli e simbolini che consentono loro di restare comunque in Parlamento così come nel consiglio comunale di un piccolo centro. I Radicali hanno invece già dimostrato di preferire la politica fuori dal Palazzo pur di non intrupparsi alla meno peggio in una delle due coalizioni. Insomma, il problema che pongo agli altri laici è sempre lo stesso: mettersi insieme per fare che cosa?

L’attuale campagna referendaria sulla fecondazione assistita vede finalmente l’appoggio di tutti i laici su una battaglia di grande importanza. Non è una buona notizia?

Sarà, ma tutti questi laici in piazza a raccogliere le firme d’estate li devo ancora vedere. A parole, sui giornali e alla radio se la cavano benissimo. Il problema - insisto - è capire se almeno stavolta riusciranno a tradurre i declamati princìpi in qualche azione concreta. In fondo non ci vuole un gran coraggio nel dire a Luca Coscioni: "Forza, sono con te"…

Come sono evolute in questi trent’anni la dirigenza e la militanza radicale?

Non c’è dubbio che siamo molti di meno rispetto agli anni precedenti. Va però detto che gli attuali iscritti al partito "fanno" di più i radicali, a differenza di molti che un tempo si limitavano a "esprimersi" come tali.

Si sta riferendo alla distinzione pannelliana tra radicaldemocratici e radicalnonviolenti?

Esatto, proprio a quella. E credo che la caratteristica del "fare" sia oggi uno degli ostacoli principali nei nostri rapporti con il centrosinistra. Su questo terreno i vertici dell’ex Pci oggi Ds hanno maturato un vero e proprio complesso nei nostri confronti: troppe volte sono stati costretti a darci ragione a posteriori, quando magari gran parte dell’elettorato di sinistra aveva già dimostrato di condividere molte nostre battaglie sui diritti civili.

Che opinione si è fatta del suo ex compagno di partito Francesco Rutelli?

E’ sicuramente uno dei più abili protagonisti del sistema partitocratico, se non altro perché da anni riesce a navigare da leader in politica pur senza disporre di un partito. E’ una capacità che gli riconoscevo anche ai tempi della sua militanza radicale e devo dire che non sono rimasto troppo sorpreso dalla successiva evoluzione della sua carriera politica.

Crede ancora possibile un’alleanza elettorale con una delle due coalizioni?

Il centrodestra vuole i nostri voti con maggiore convinzione rispetto all’Ulivo e Pannella continua a bussare alla porta di Silvio Berlusconi nella convinzione che un accordo con Forza Italia sia ancora possibile. Di una cosa sono certo: nel fondo della sua anima laica Marco conserva ancora un briciolo di fiducia nei suoi confronti così come nella possibilità di armare la Casa delle Libertà di riforme laiche, liberali e riformiste.



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