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Emma Bonino: «Sempre mogli e madri. Così parla a un mondo che non esiste»
Il giudizio delI'ex Commissario europeo: sembra scritto dall'imam della moschea del Cairo

• da Corriere della Sera del 1 agosto 2004, pag. 13

di Claudio Lazzaro

ROMA – "Per i suoi contenuti, questa lettera sulla donna indirizzata ai vescovi dal cardinale Ratzinger, avrebbe potuto benissimo essere scritta dall'imam della moschea Al Azar". Emma Bonino cita la moschea del Cairo perché in questi giorni, nella capitale egiziana, sta preparando la Conferenza regionale sui diritti delle donne, contro l'infibulazione e le mutilazioni genitali, che si terrà a Nairobi a metà settembre.

Non le sembra un giudizio categorico?
"La mia prima reazione leggendo il documento — risponde la leader radicale — è di ripetere ad alta voce che bisogna tenere separata la sfera della politica da quella della religione. Il cardinale Ratzinger, così come l'imam della moschea Al Azar, si indirizzano ai credenti per inculcare i precetti della loro religione. Fortunatamente, rispetto allo Stato, noi non siamo credenti ma dei cittadini, quindi garantiti dagli stessi diritti".

Lei crede che nel documento di Ratzinger i diritti della donna vengano conculcati?
"Per la Chiesa cattolica, come si vede in questa lettera, la funzione della donna è quasi unicamente quella di moglie e madre. Qualunque altra identità, per esempio la mia, pare non essere contemplata. Devo dire, per equità nei confronti della Chiesa, che le religioni, un po' tutte, non sono grandi amiche della donna. Fanno tanti complimenti ma poi, gira e rigira, ti chiedono di stare al tuo posto: moglie, infermiera, madre e nonna. Le religioni sono nate migliaia di anni fa, il mondo è cambiato più rapidamente della loro capacità di rinnovarsi. Nel documento di Ratzinger si ricorda che Gesù era maschio. Suona come una rivendicazione. Duemila anni fa era un altro mondo. Ratzinger dice che bisogna dare spazio alla donna, che la donna deve essere presente, anche nella Chiesa, pero alla fine subalterna. Può avere una funzione pastorale, ma fino al sacerdozio non si può spingere. Io rispetto pienamente il diritto della Chiesa a impartire le sue direttive morali. Spero solo che non siano le stesse su cui si basa l’attività legislativa del Paese".

Si riconosce nel femminismo descritto dal documento?
"Ci vedo alcune falsificazioni. Il femminismo non ha mai pensato di livellare i due sessi. Io rivendico l'importanza e la positività della differenza, non ho mai pensato che una donna con stessi diritti e stesse opportunità debba ridursi a una caricatura della mascolinità. Le differenza antropologiche e fisiologiche sono una ricchezza, ma non possono implicare l’inferiorità di uno dei due sessi, dal punto di vista culturale e soprattutto legislativo" .

Ratzinger accusa il femminismo di aver prodotto l'antagonismo femminile.
"Qualunque gruppo sociale abbia combattuto per i propri diritti, certamente ha tolto qualche privilegio ad altri gruppi. Conquistare i diritti che sono propri di tutti gli esseri umani, uomini o donne che siano, ha richiesto anche momenti di antagonismo rispetto a chi li voleva negare. In una cultura dove la donna, come ancora accade in molti Paesi, non ha diritto all’eredità in misura uguale al fratello maschio, è di tutta evidenza che pretendere un'eredità uguale significa togliere qualcosa al proprio fratello maschio".

Non vede qualche apertura rispetto al passato?
"No. Siamo ancora alla condanna del divorzio. Siamo al no su tutto. Io non voglio discutere le posizioni della Chiesa, ma ho l'impressione che questa lettera rappresenti una realtà in bianco e nero. È come se la Chiesa volesse parlare a un mondo che non esiste più. Non volesse vedere o capire il mondo variegato e pieno di vitali contraddizioni che sta fuori dalle mura del Vaticano, delle basiliche e dei conventi. È come se non volesse parlare alle persone reali".



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