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Pannella: noi con Silvio? Intese possibili su diritti umani ed economia
L' INTERVISTA / Il leader radicale e l' offerta di Berlusconi: trasecolo piacevolmente, però è una Casa della Libertà vigilata. Folle aver fatto fuori la Bonino

• da Corriere della Sera del 8 agosto 2004, pag. 12

di Roberto Zuccolini

ROMA - "Sì, è vero. Ho letto su un' agenzia di stampa che dopo la riunione con i senatori di Forza Italia un giornalista ha chiesto a Berlusconi se nel progetto di una Casa delle Libertà allargata c' era lo spazio anche per i radicali. E lui ha risposto positivamente. Per ora nient' altro. Più che un segnale mi sembra un flebile sospiro". Marco Pannella non esulta di fronte alle nuove avances del Cavaliere nei confronti del suo partito e fa capire che costruire rapporti organici con il governo Berlusconi sarà una cosa tutt' altro che facile. Perché su alcune scelte politiche come la legge sulla fecondazione assistita e la promessa di istituire un ministero per la droga, tanto caro a Gianfranco Fini, non ci sarà mai dialogo: "Siamo e saremo lealmente antagonisti". Gli eventuali accordi con il governo potranno invece arrivare su altri temi come diritti umani ed Europa, sulle politiche economiche e sulla giustizia. In altre parole laddove c' è ancora spazio di confronto con il centro destra sulle politiche "liberali e liberiste all' anglosassone". Insomma, la strada per un eventuale ingresso nel governo è per il momento da escludere. Resta aperta in prospettiva quella di un' alleanza elettorale con la Casa delle Libertà, ma sembra decisamente in salita. Senza parlare della recente decisione sul successore di Mario Monti a Bruxelles: "È stato folle far fuori la candidatura di Emma Bonino".

Qual è stata la sua prima reazione di fronte alla nuova apertura di Berlusconi nei confronti dei radicali?

"Ho trasecolato. Piacevolmente, ma ho trasecolato. Sono anni che intervengo a Radio Radicale con Massimo Bordin per parlare della necessità di un contratto politico da stringere. Lo facemmo a suo tempo con Giuliano Amato, votammo la sua Finanziaria, come quella di Ciampi...".

E sareste disponibili invece ora ad avere rapporti organici con il governo Berlusconi?

"Non siamo disponibili. Nel senso che la parola disponibile non esiste nel nostro vocabolario. Siamo invece determinati a portare avanti le nostre battaglie e a stringere un contratto politico con chi le condivide. Del resto non solo Berlusconi, ma anche Sandro Bondi e Maurizio Gasparri hanno dichiarato che i radicali possono rientrare in un allargamento della Casa delle Libertà".

E allora?

"Il problema è che siamo di fronte ad una Casa della "libertà vigilata". Basta pensare alla legge sulla fecondazione assistita, alla proposta di istituire un ministero per la droga o anche al fatto che Mediaset ha assunto un atteggiamento penalmente rilevante per il poco spazio che ci concede. Insomma, noi diciamo "va bene, dialoghiamo" e loro rispondono con atti che vanno in direzione opposta. Su questi argomenti ci sarà sempre opposizione".

Su quali punti invece è possibile stringere accordi?

"Sulle battaglie che portiamo avanti da anni come partito transnazionale: sui diritti umani, in ambito europeo, ma non solo. O anche sulle politiche economiche e in parte sulla giustizia. Certo, resto sorpreso da certe scelte, come quella del nuovo commissario europeo, laddove avevo immaginato che se si voleva eliminare Monti sarebbe stato folle fare fuori allo stesso tempo la candidatura di Emma Bonino. Così invece è stato. Peccato, perché Emma avrebbe incontrato il sostegno di tutti in Europa, a partire dal nuovo presidente della Commissione Durao Barroso che aveva auspicato la presenza di otto donne nella sua équipe. Ne avrà solo sette".

Ma se il segnale arrivasse davvero i radicali potrebbero entrare nel governo?

"Noi non potremo mai entrare a far parte di un governo che fa una politica vaticana e proibizionista. Gli eventuali incarichi formali sono un problema che riguarda loro e comunque possono scaturire solo da precisi accordi su alcuni argomenti che riguardano le politiche liberali".

Che cosa dovrebbe fare in concreto Berlusconi per sbloccare la situazione?

"Mettere da parte la conventio ad excludendum che esiste nei nostri confronti. Non ci aspettiamo di cambiare chi boccia lo statuto della regione Toscana perché riconosce le coppie di fatto. Ci attendiamo cambiamenti su altri temi. Staremo a vedere. Una cosa però ormai è chiara. Nel mondo le nostre iniziative trovano il consenso di tanti. Cito solo il discorso sulla democrazia nei Paesi arabi portato avanti con forza da Emma Bonino. O ancora la richiesta di fare entrare nell' Unione europea anche la Turchia e Israele. Si tratta di idee che fanno discutere in tante aree del mondo. E il governo italiano da che parte sta?".



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